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Internet aperto agli stranieri grazie alle reti virtuali private (vpn)

La municipalità di Pechino abbatte un tabù: gli investimenti esteri in vpn in modo da avere accesso alle principali piattaforme mondiali tra cui Google, Facebook e Youtube, il cui uso è attualmente ristretto in Cina. Il programma che prevede un tetto del 50% alle quote in mano estera, diventerà operativo dall'inizio del 2021. L'apertura su pressione del mondo del business penalizzato dalle restrizioni


16/08/2019 14:23

di Mauro Romano - Class Editori

Pechino apre alle vpn

La città di Pechino è pronta a permettere investimenti stranieri nel  servizi vpn. Il programma annunciato dal dipartimento del commercio della municipalità prevede che gli investimenti, dalla fine del prossimo anno, saranno possibili all'interno di zone economiche speciali. La proprietà dovrà comunque essere condivisa al 50% con un partner locale.

L’operazione è pensata per attrarre imprese di telecomunicazioni estere, così da poter fornire alle aziende servizi per aggirare le restrizioni all’accesso a internet, scavalcando il cosiddetto Grande Firewall.  Attualmente, ricorda il South China Morning Post,  135 tra i primi 1.000 siti globali non sono accessibili in Cina a meno che non si usi una virtual private network (vpn). Tra questi Google, Facebook, Twitter, Youtube.

Negli anni passati l’amministrazione ha più volte provato a sanzionare l’offerta di servizi che permettono di aggirare le restrizioni alla navigazione. Ci sono comunque stati esperimenti di maggiore apertura. Lo scorso anno, ad esempio, l’isola di Hainan si è impegnata a concedere la navigazione libera per i turisti stranieri. Esperimento però naufragato dopo pochi giorni.

La sperimentazione pechinese è anche una risposta alle richieste del mondo del business, di un accesso libero a internet. Nel primo semestre la crescita della metropoli ha rallentato  al 6,3%, mentre le entrate fiscali sono diminuite del 2,5%.

Il progetto mira inoltre a favorire gli investimenti stranieri nei videogiochi e nei programmi audio e video, benché legati al rispetto degli standard sulla sicurezza dei dati e al controllo sui contenuti.


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