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Politica

Nel Cai tutela per il Made in Italy. Parla l'ambasciatore a Roma

Bruxelles pubblica il testo dell’Accordo onnicomprensivo sugli investimenti. Attualmente, gli investimenti cinesi in Europa rappresentano soltanto il 3,4% del totale di investimenti esteri che l’Ue attrae. Mentre quelli europei in Cina sono soltanto attorno al 5% del totale degli investimenti esteri. Digitale, salute e ambiente le nuove chance per Roma.


25/01/2021 12:38

di Andrea Pira - Class Editori

Cina
L'ambasciatore cinese in Itallia, Li Junhua

Il momento opportuno per la pubblicazione del testo completo dell’Accordo onnicomprensivo sugli investimenti tra Ue e Cina è arrivato. Venerdì 22 gennaio la Commissione Europea ha diffuso il documento siglato a fine 2020. Un testo che sarà ora passato in rassegna da europarlamentari e parti sociali, che non hanno mancato di far sentire le proprie critiche. Milano Finanza ne ha parlato con l’ambasciatore cinese in Italia Li Junhua.


Domanda. Quali novità porterà l’accordo per le aziende europee in Cina?
Risposta. Proprio mentre il nuovo anno era alle porte, il presidente Xi Jinping e i leader europei hanno annunciato di aver concluso il negoziato per l’Accordo sugli investimenti tra Cina e Unione Europea. Una notizia che apporta ampi benefici all’economia mondiale in depressione e, ancor più, rappresenta un volano per rafforzare la cooperazione di mutuo vantaggio sino-europea. L’accordo è stato concluso dopo un difficile processo negoziale durato 7 anni e include aspetti come impegno per l’accesso ai mercati, regolamentazione dell’equa concorrenza, sviluppo sostenibile e risoluzione delle controversie. I contenuti superano quelli dei tradizionali accordi sugli investimenti bilaterali. Quel che è certo è che si tratti di un accordo di alta qualità onnicomprensivo, equo e improntato sul win-win. Attualmente, i flussi di capitali tra Cina e la Ue hanno dimensioni relativamente contenute. Gli investimenti cinesi in Europa rappresentano soltanto il 3,4% del totale di investimenti esteri che l’Ue attrae. Mentre quelli europei in Cina sono soltanto attorno al 5% del totale degli investimenti esteri. Dunque il potenziale è considerevole. La conclusione dell’accordo promuoverà fortemente la liberalizzazione e la facilitazione dei flussi di investimenti reciproci. Ad esempio, in merito all’accesso al mercato la Cina ha preso un impegno nei confronti delle aziende di tutti i settori, comprese quelle dell’industria dei servizi, ricorrendo alla forma delle «liste negative» (l’elenco dei settori in cui non si può investire, ndr). Tale impegno porta facilitazioni per le aziende europee che vogliano esplorare il mercato cinese. Secondo l’ultimo sondaggio condotto dalla Camera di Commercio Ue in Cina, il 62% delle aziende europee con presenza in Cina è disposto ad aumentare i propri investimenti.


D. Come giudica la cooperazione tra Italia e Cina nel 2020? In che modo l’accordo potrà giovare alle imprese italiane e ai rapporti tra i due Paesi?
R. La Cina è il primo partner commerciale dell’Italia in Asia. L’Italia è invece il quarto partner commerciale della Cina in seno all’Unione Europea. Nel 2020, Italia e Cina hanno subito il forte impatto della pandemia da Covid-19, ma la cooperazione fattiva non si è fermata. Sono stati siglati una serie di accordi per l’esportazione di prodotti agroalimentari italiani in Cina. Ciò ha reso l’Italia il primato nell’Ue per il numero di questa tipologia di accordi con la Cina. Abbiamo attivato formalmente il Fondo di Cooperazione Industriale Italia-Cina; abbiamo organizzato, in edizione online, il forum PMI Italia-Cina. Le aziende italiane hanno partecipato alla China International Import Expo con risultati soddisfacenti. Ci sono stati progressi anche nella cooperazione aziendale in ambito di gasdotti. L’Italia è il regno delle pmi, dove la manifattura è sopraffine, il design innovativo e originale, l’innovazione sviluppata, dove si guarda con attenzione all’ecologia e alla tutela dell’ambiente e i suoi prodotti di alta qualità vengono accolti con favore dai consumatori cinesi. L’accordo sugli investimenti Cina-Ue segna un nuovo passo in avanti per la cancellazione delle barriere agli investimenti reciproci. Fornisce garanzie sistematiche su temi molto cari all’Italia, come la tutela della proprietà intellettuale e rappresenta un miglioramento dell’ambiente imprenditoriale e di investimento per le aziende italiane interessate a sviluppare il mercato cinese. Inoltre, la cooperazione in ambito di digital economy, medicina e salute, energie verdi e promozione della tutela ambientale ha ampie prospettive di sviluppo. In poche parole, il mercato cinese sarà ancora più aperto e migliore. Spero che gli imprenditori italiani ne colgano le opportunità e ne raccolgano i frutti.


D. L’intesa è stata sostenuta dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e, all’ultimo momento, c’è stato un intervento del presidente francese Emmanuel Macron. Germania e Francia sono due partner privilegiati per la Cina?
R. Concludere il prima possibile il negoziato e implementare l’Accordo sugli Investimenti era obiettivo comune della Cina e dei Paesi membri dell’Ue. La Cina ha già reso nota la Proposta per il 14esimo Piano Quinquennale per lo sviluppo socio-economico del Paese e gli obiettivi di lungo periodo per il 2035 al fine di impegnarsi a costruire un nuovo modello di sviluppo. La chiusura del negoziato dell’Accordo sugli Investimenti mostra chiaramente come la Cina sia risoluta e attiva nel promuovere un’apertura verso l’estero di più alto livello. La Germania, la Francia, l’Italia sono tutti partner strategici della Cina. E noi, verso qualunque nostro partner, ci poniamo sempre in modo onesto e sincero e non tendiamo a preferirne uno a discapito degli altri.


D. Le aziende europee considerano la Cina un mercato chiave, ma spesso contestano la lentezza nel processo di liberalizzazione, ci sono rischi che il Cai venga disatteso?
R. Il processo di liberalizzazione e facilitazione del mercato di un qualsiasi Paese deve avvenire in base alla situazione reale e alla fase di sviluppo del Paese stesso. Solo così questo processo può essere sostenibile e sano. Oltre gli ultimi 40 anni di riforme e apertura in Cina ne sono un fulgido esempio. Alcune aziende europee ritengono che la liberalizzazione del mercato cinese sia lenta, questo dimostra che attribuiscono grande importanza al mercato cinese e, al contempo, che si accorgeranno che questo processo accelererà e migliorerà continuamente. Il presidente Xi Jinping ha ribadito più volte che la porta della Cina non si chiuderà, anzi, si aprirà sempre di più. Negli ultimi anni, la Cina ha creato zone di libero scambio, organizzato Import Expo, adottato la legge sugli investimenti esteri, abbassato i dazi, ridotto le liste negative degli investimenti esteri. Tutto ciò mostra come per la Cina «si va dalle parole ai fatti e dai fatti ai risultati». Sono fiducioso che l’accordo sugli investimenti, non appena entrato in vigore, diventerà un importante sistema di garanzia per l’approfondimento della cooperazione bilaterale.


D. Temete che il Parlamento Ue possa non approvare l’accordo?
R. Si tratta di un accordo di mutuo vantaggio, win-win, e le due parti hanno preso impegni di alto livello e di mutuo beneficio per l’accesso ai mercati. Prima l’accordo entrerà in vigore, prima le imprese e i popoli delle due parti godranno dei benefici che esso porterà. Sono fiducioso che il Parlamento Europeo farà la scelta giusta. (riproduzione riservata)


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