La seconda edizione della China International Import Exhibition (Ciie) si terrà a Shanghai dal 5 al 10 novembre e l’Italia con la Francia sarà la nazione ospite. Quest’anno, con tremila espositori su di una superficie di trecentomila metri quadrati dovrà rappresentare per la Cina un momento di verifica dopo un’annata non propriamente positiva in termini di commercio con l’estero.
In previsione di questo importante evento è opportuno riflettere oggi sulla voce consumi nell’accezione più ampia e sul livello di spesa procapite di un Paese che comunque lo si analizzi, è uno sbocco e un mercato imprescindibile per gli Stati esportatori e soprattutto per l’Italia che, con i suoi prestigiosi marchi, riversa sui consumatori cinesi un appeal in crescita come risulta dai dati che emergono dalle pagine web di questa piattaforma a proposito di Moncler, Ferragamo, Ferrari e Cucinelli.
La pur limitata crescita dell’1.3% nell’import cinese nei primi sette mesi rispetto all’anno precedente rappresenta comunque un dato considerevole. Secondo un'inchiesta del mese scorso, pubblicata dal ministero del Commercio, su un campione rappresentativo di oltre mille persone, l’80% ha risposto che continua ad acquistare prodotti importati e le categorie sono quelle da sempre riconosciute: alimentari, prodotti per l’infanzia, cosmetici abbigliamento e orologi, gioielli, arredamento e design.
Ma all’interno di questo macrocosmo dobbiamo procedere ad alcune ripartizioni imprescindibili per comprendere il fenomeno Cina. La ripartizione dei consumatori deve essere suddivisa in quattro gruppi: famiglie con figlio o figli; millenial di cui buona parte vive ancora con i genitori e single; città di residenza e fascia di turisti (ormai 100 milioni all’anno) che si reca all’estero.
Relativamente al primo gruppo, quello delle famiglie con figli, permangono i problemi di far quadrare i bilanci familiari nonostante che dal gennaio scorso siano state riviste al ribasso le aliquote della individual income tax. La scuola per i figli e le attività a essa collegate rappresentano un costo crescente insieme alle spese per le vacanze estive.
Fino a qualche anno fa, in città come Shanghai, i figli venivano affidati ai nonni ma ora, con la necessità del creare un certo mindset, tutto il tempo è destinato a corsi e viaggi con la speranza che i figli possano, dopo gli studi, collocarsi in posizioni lavorative di un certo rilievo. Le attività extrascolastiche hanno un costo mensile che varia da 1.000 a 1.300 euro ed è pari ad un terzo delle stipendio dei genitori. Di conseguenza i margini per diversificare gli acquisti non sono molti ampi. Anche durante la scuola, a partire dall’asilo, la frenesia per le attività tutoriali ormai impazza con rette esorbitanti durante l’intero anno scolastico.
Da un’altra ricerca, questa volta commissionata dalla Banca Centrale cinese (PboC) si evince che l’80% degli intervistati non prevede di avere un più elevato margine di spesa per il presente e di questo campione il 44% rientra nel gruppo delle famiglie con figli.
Diverso gruppo è quello rappresentato dai millenial che generalmente vivono ancora con i genitori e dai single. Questo gruppo, almeno sino al periodo antecedente all’eventuale matrimonio con acquisto dell’immobile – se possibile- è il target di tutti le aziende di beni di consumo o semidurevoli : salari netti da 1.000 a 2.770 euro, libertà, voglia di apparire, grandi utilizzatori di smartphone e applicazioni, rappresentano coloro che desiderano varcare i confini del proprio Paese.
L’auto è il completamento dello status symbol e passando sulle tangenziali cittadine, sopratutto al mattino si vede una varietà di vetture in coda alla guida delle quali vi sono giovanissimi che si recano al lavoro sobbarcandosi anche costi di parcheggio molto elevati.
Utilizzano appieno le ferie aziendali al di fuori di quelle stabilite dal calendario ufficiale (anche perchè in quelle i costi lievitano) e le mete più ricercate sono Corea e Giappone (prima anche Hong Kong), i tour europei, gli Stati Uniti o le nuove destinazioni come l’Artide, l’Africa, la Micronesia, Cuba e le Seychelles, ma anche l’Italia, una delle mete in crescita per i turisti cinesi, dove lo scontrino medio è di circa 2 mila euro a persona, secondo una recente statistica.
All’interno di questa suddivisione è importante spingersi oltre sui luoghi di residenza. In questo caso i living cost sono diversi e l’incidenza, per esempio, del costo dell’immobile permette, a parità di salario, di avere una qualità della vita diversa nel senso migliorativo.
Il termine new first-tier cities ben rappresenta realtà quali Zhenzhou, Chengdu, Hangzhou, Wuhan e Kumming, per citarne alcune, città in cui sono ubicate aziende importanti nei settori merceologici dell’automotive ed elettronica, hub di logistica con dotazione infrastrutturale, quindi, per i giovani, diventano luoghi di opportunità per la loro crescita professionale e di esperienza di vita.
A Chengdu, capitale della provincia dello Sichuan, una delle aree più vivaci economicamente, ma dove gli immobili costano circa il 30% in meno di Shanghai, il differenziale - a parità di stipendio- viene speso per il tempo libero e per gli acquisti. A Chengdu i ristoranti sono aperti durante la notte e nel clima mite in un ambiente verdeggiante e quieto, il mangiare all’aperto, magari sorseggiando il thè o il vino del new world e giocando a majong è una peculiarità che tende ad amplificarsi.
A questi milioni di persone si rivolge l’e-commerce utilizzato da oltre mezzo miliardo di utenti (solo 400 milioni, anche in questo caso giovani si stanno avvalendo del “ ready to eat food”, piatti pronti a domicilio) e per i prodotti del made in Italy si potranno creare le basi per uno sviluppo trasversale sui gruppi sopra descritti, grazie anche ad accordi, alcuni già in vigore, con Alibaba, JD Com e Sunning.
* managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni.