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Xi’an, riapre la porta della Via della Seta per il Made in Italy

Entro la fine del 2019 la nuova Fashion Town si arricchirà di un Exhibition Centre: un polo espositivo, una venue per l’organizzazione di eventi, e nel 2020 di una Commercial Street di 1.2 km, che offrirà molteplici opzioni di negozi, ristoranti, servizi e entertainment ad un bacino di più di mezzo milione di consumatori nel distretto High Tech, diventandone la principale attrattiva.


05/09/2019 14:02

di Silvia Rocco - Class Editori

Ecco la Xi'an International Fashion Town

La Belt & Road Initiative forgia un nuovo ruolo chiave per Xi’an, già porta d’Oriente duemila anni fa e oggi ancora al centro della scena come punto nevralgico di congiunzione tra Cina e Europa. Proprio qui, il Gruppo Chic, presieduto da Helen Tu, ha costituito una joint venture, la Xi’an International Community Fashion Town Operation Management Co. Ltd. con un riconosciuto player locale, Tande Real Estate, per lo sviluppo di progetti commerciali che vedranno il Made in Italy protagonista.

Chic, che già gestisce 20 mall e 15 negozi di moda multimarca, estende quindi la sua presenza alla Cina Nord-Occidentale, area ancora poco esplorata dalle imprese italiane rispetto al resto del Paese e che prevede tassi di crescita molto elevati. All’interno della Xi’an High Tech Zone, uno dei distretti tecnologici più importanti della Cina, il gruppo sta sviluppando la Xi’an International Fashion Town: un complesso di circa 3 chilometri quadrati nato con l’obiettivo di diventare il miglior ecosistema possibile dove far crescere e valorizzare i talenti creativi, i brand e le aziende del settore fashion-tech che siano locali, nazionali e internazionali.

Entro la fine del 2019 il progetto si arricchirà di un Exhibition Centre: un polo espositivo, una venue per l’organizzazione di eventi, e nel 2020 di una Commercial Street di 1.2 km, che offrirà molteplici opzioni di negozi, ristoranti, servizi e entertainment ad un bacino di più di mezzo milione di consumatori nel distretto High Tech, diventandone la principale attrattiva. «Credo fortemente in una collaborazione win-win tra Cina e Italia che abbracci commercio, tecnologia, ricerca, cultura e turismo», sottolinea Helen Tu, infaticabile mente dell’operazione e amministratrice delegata della joint venture, «La missione del nostro gruppo a Xi’an è quella di portare le eccellenze del made in Italy e l’Italian lifestyle nel Nord Ovest della Cina. Nell’ambito del nostro progetto i brand italiani potranno entrare in contatto con un target di consumatori cinesi particolarmente interessati alla moda e alle nuove frontiere della creatività».

Per molte aziende - emergenti o affermate - che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy nel campo della moda, del lifestyle e dell’innovazione tecnologia, si aprono quindi nuovi scenari di sviluppo in Cina. Il progetto fornirà un supporto strategico concreto per entrare nel mercato cinese, includendo l’accesso a canali online e offline, l’assistenza all’avvio dell’impresa, un aiuto per la ricerca di finanziamenti e ulteriori politiche di sostegno. Tra i benefits riservati alle aziende che saranno selezionate per far parte della piattaforma, si annoverano anche spazi di visibilità, mentorship di marketing interculturale e l’accesso ad un network di distribuzione dei propri prodotti.

In una logica di scambio bilaterale, questi servizi, tramite un vero e proprio Fashion Hub in fase di implementazione vengono proposti anche a talenti cinesi interessati ai mercati internazionali. Già lo scorso febbraio, grazie al sodalizio con Camera Nazionale della Moda Italiana, la Fashion Town ha promosso la partecipazione di sei giovani designer cinesi alla prestigiosa Milan Fashion Week.

Ma i progetti in cantiere a Xi’an vanno al di là del fashion. Insieme alla Fondazione Italia Cina, Chic Group costituirà un osservatorio Cesif (il Centro Studi per l’Impresa della Fondazione) nella città di Xi’an per svolgere e promuovere attività di ricerca, analisi statistiche, convegni al servizio del Sistema imprenditoriale italiano che intende estendere la propria presenza nell’area, ma anche delle imprese cinesi interessate al nostro Paese; e un campus della Scuola di Formazione Permanente che prevede tra l’altro corsi di italiano, corsi di scambio interculturale e business etiquette perché, come spiega Helen Tu, «l’educazione interculturale è la chiave per il successo negli affari e per scongiurare i rischi di incomprensioni. Conoscere la storia, la cultura e la posizione che la Cina e l’Italia hanno oggi nel mondo e la lingua è di fondamentale importanza. Nel Gruppo Chic abbiamo un team di professionisti italiani residenti in Cina che ci aiuta a dialogare con aziende e istituzioni del vostro Paese».(riproduzione riservata)


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