Vola l'agroalimentare italiano in Cina. La crescita dell'export alimentare a gennaio ha registrato una crescita del 19,4%. Un segnale di speranza, commenta Coldiretti analizzando i dati diffusi dall'Istat. Nel complesso, le esportazioni del Made in Italy verso la Repubblica popolare sono cresciute del 29,2%. In aumento tutti i settori: abbigliamento (+95,7%), automobili (+124,9%), mobili (+4%).
"Si tratta di un mercato con grandi margini di crescita che ha anticipato la ripresa economica auspicata a livello globale nei prossimi mesi con l’avanzare della campagna mondiale di vaccinazione. "Una conferma – conclude la Coldiretti – dell’esigenza di sostenere e mantenere vivo il tessuto produttivo nazionale nei suoi settori di riferimento per consentire all’Italia un rapido rilancio economico ed occupazionale.
Su base annuale la Cina rappresenta peraltro assieme a Polonia, Germania e al Mercosur tra i Paesi che registrano il segno più. Di contro tra quanti contribuiscono in misura più ampia alla flessione dell'export figurano Stati Uniti (-20,6%), Regno Unito (-37,4%), Francia (-7,0%) e paesi Opec (-17,4%).
A inizio anno, in base ai dati Istat, il saldo commerciale dell'Italia con il resto del mondo si è attesto a quasi 1,6 miliardi di euro, con un aumento di 1,053 miliardi rispetto a gennaio dello scorso anno. Al netto dei prodotti energetici il saldo e' pari a +3.914 milioni di euro (era +4.054 milioni a gennaio 2020).
A gennaio c'è stata una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l'estero, più intensa per le esportazioni (+2,3%) che per le importazioni (+1,2%). L'incremento su base mensile dell'export è dovuto, in particolare, all'aumento delle vendite verso l'area Ue (+4%) mentre quello verso i mercati extra Ue è contenuto (+0,4%).
Su base annua cì stata invece una flessione (-8,5%, da +3,3% di dicembre 2020); dovuta alla contrazione delle vendite sia verso i mercati extra Ue (-12,7%) sia, in misura minore, verso l'area Ue (-4,7%). L'import segna una flessione dell'11,6% (da -1,7% di dicembre dello scorso anno), determinata soprattutto dalla caduta degli acquisti dall'area extra Ue (-18,3%).
Tra i settori che contribuiscono maggiormente alla diminuzione tendenziale dell'export si segnalano articoli di abbigliamento, anche in pelle e in pelliccia (-23,1%), prodotti petroliferi raffinati (-36,5%), articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-17,1%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (-9,0%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (-7,2%). Risultano in aumento le vendite di autoveicoli (+6,5%), apparecchi elettrici (+5,3%), prodotti dell'agricoltura (+8,4%) e computer, apparecchi elettronici e ottici (+0,8%).