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Azienda Agricoltura

Con 71 miliardi la Cina è primo mercato per il food italiano

Secondo il Monitor di Deloitte, dopo il Dragone la maggior diffusione per il cibo tricolore e negli Stati Uniti (69 milardi) ma la regione Asia Pacifico resta l'area del mondo con le maggiori potenzialità. In Europa vince il Regno Unito. Sul fronte delle potenzialità , il 50% del campione vede l’Italia al primo posto come gastronomia con le migliori prospettive


20/11/2019 11:58

di Giovanni Galli - Class Editori

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Carlo Cracco durante una delle ultime Settimane della Cucina Italiana in Cina

È italiana la cucina con il maggiore potenziale di crescita all’estero, mentre Usa e Cina sono i primi mercati per giro d’affari. A fotografare lo scenario globale del settore è l’Italian Cuisine Market Monitor diffuso ieri da Deloitte che mostra non solo come il food sia protagonista indiscusso nel retail e nei social, ma muova globalmente un giro d’affari di 2.563 miliardi di euro nel 2018 di cui il 46% realizzato nell’area Asia Pacific.

L’Oriente, in particolare, traina la crescita del settore con un incremento del 4,1% davanti a Nord America (+2%) ed Europa (+1,2%), e si conferma l’Eldorado per la gastronomia tricolore. Secondo l’indagine di Deloitte, infatti il giro d’affari della cucina italiana nel mondo nel 2018 si è attestato a 229 miliardi di euro, in aumento del 10,6% ma solo 39 miliardi sono stati realizzati all’interno dei confini nazionali, rendendo di fatto l’Italia il terzo mercato dopo Cina e Stati Uniti.

L’ex Celestre impero, con 71 miliardi di euro, è il primo mercato per valore sul totale della ristorazione italiana, con una penetrazione del 15,8%.

Seguono gli Stati Uniti in cui il tasso di penetra è pari al 35,7%, e il giro d’affari complessivo è di 69 miliardi di euro. Anche India e Brasile dimostrano un’alta diffusione della cucina tricolore (rispettivamente del 24,9% e 28,2%). In Europa, invece, i principali mercati di approdo sono il Regno Unito, Spagna e Francia, dove la ristorazione della Penisola pesa tra i 4 e i 3 miliardi di euro.

Sul fronte delle potenzialità della cucina tricolore, il 50% del campione vede l’Italia al primo posto come gastronomia con le migliori prospettive, seguita dal Giappone (per il 40%) e infine la Francia che raccoglie il 13% delle preferenze.

«Le nostre ricerche confermano che la cucina italiana ha il maggiore potenziale di crescita all’estero», commenta Tommaso Nastasi, partner di Deloitte. «Fattori come la qualità delle materie prime utilizzate, ma anche la diffusione di abitudini e prodotti slow food vanno incontro alla sempre maggiore attenzione alla salute che caratterizza il consumatore di oggi».

L’analisi che offre una panoramica su dimensionamento, il market share e il posizionamento, evidenzia globalmente come il full-service restaurant sia ancora il principale canale di vendita, con una quota di mercato del 50%, anche se ha un tasso di crescita inferiore rispetto a forme di distribuzione quali gli «street stalls» (il cibo di strada, a +3,7%) e i «limited-service restaurant» (+2,8%) come possono essere i fast food. I primi dieci paesi per dimensioni di mercato rappresentano il 77% del valore della ristorazione full-service, trainati da Cina e India.

In particolare il monitor scommette sullo sviluppo del foodservice che proseguirà nel periodo 2018-2022, sebbene ad un ritmo leggermente più moderato (+2,4%), generato in larga parte dalla performance di Asia Pacific (+2,7%) e del resto del mondo (+3,8%).

«L’espansione del mercato foodservice è favorita dalle abitudini di acquisto nelle diverse aree geografiche», aggiunge Nastasi. «Il consumo di pasti fuori casa è diffuso nell’area Asia Pacific grazie alle convenienti offerte degli street stalls, che si confermano il canale più performante nella regione. L’andamento positivo in Nord America è condizionato dai gusti dei consumatori, che scelgono il pasto “out of home” considerando le diverse cucine nazionali, più ancora di fattori come qualità, prezzo o location. In paesi come l’Italia, invece, la convivialità rimane la principale motivazione alla base dei consumi fuori casa».

Il principale mercato di riferimento per il full-service restaurant, rimane l’Asia Pacific, ma si prevede uno sviluppo più rapido in Europa (+1,1%) rispetto al Nord America (+0,5%).

Qualità e sostenibilità restano asset fondamentali in ambito food & beverage mentre il ristorante rimane il luogo dell’esperienza, dove al piacere della cucina si affianca l’intrattenimento. A lato di soluzioni più esclusive prende piede il formato dei grocerant, ibrido tra supermercato e ristorante, che attira l’interesse dei consumatori attenti alla convenienza e all’accessibilità dell’offerta.

Si conferma la volontà del consumatore di compiere scelte informate, supportate in molti casi dalle numerose opzioni di delivery, per cui la forma principale rimane il Platform-to-Consumer Delivery. Si stima che il mercato del food delivery ammonterà a oltre 95 miliardi nel 2019 (+17,5%), confermandosi servizio fondamentale per ristoranti e supermercati. © Riproduzione riservata


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