Le tecnologie cinesi per le cotivazioni in serra stanno promuovendo lo sviluppo della moderna agricoltura egiziana attraverso la costruzione di centinaia di serre. «Negli ultimi due anni abbiamo costruito 600 serre che hanno gradualmente trasformato 1.000 ettari di deserto nella Città del decimo Ramadan, a circa 90 km dal Cairo, in un mondo di frutta e verdura fresca», ha dichiarato Zhang Lin, project manager di Sinomach Heavy Industry Corporation in un'intervista a Xinhua.
Sulla base di un contratto da 400 milioni di dollari tra la Cina e l'Egitto firmato nel 2017 per avviare un progetto congiunto di una serra agricola, i due paesi hanno incominciato a lavorare per lo sviluppo della moderna agricoltura egiziana.
«Dall'inizio dell'attività di Sinomach-HI in Egitto, il numero dei tecnici responsabili dell'installazione è passato da dieci a oltre cinquanta», ha affermato Zhang a Xinhua dall’interno di una serra dalle dimensioni di un campo da calcio. «Il lavoro di installazione è quasi giunto al termine, ma 30 tecnici cinesi sono rimasti per aiutare i colleghi egiziani a completare il lavoro », ha spiegato.
All'inizio del 2016, il presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi ha lanciato un’iniziativa per l’ulteriore sviluppo dell'agricoltura moderna in Egitto, ponendo l'accento sul potenziamento della coltivazione in serra di frutta e verdura su larga scala. «Abbiamo avviato la costruzione di 600 serre dotate di aree di servizio e strutture per lo smistamento e l'imballaggio nell'ottobre 2017», ha raccontato Zhang.
L'impianto e le altre operazioni rilevanti sono incomonciate nella maggior parte delle serre verso la fine del 2018. I tecnici di Sinomach e le aziende cinesi di serre hanno supervisionato il cantiere durante la fase di installazione dei materiali, 550 mila tonnellate, tutti provenienti dalla Cina.
L'area, dove si scorgono le serre ordinatamente disposte sul ciglio della carreggiata, è servito da un'ampia strada di accesso. «Le serre qui producono pomodori, cetrioli, peperoni e fagioli, di cui il 15% viene esportato nei paesi vicini dopo aver soddisfatto la domanda del mercato interno in Egitto», ha affermato Zhang.
Sono presenti strutture di smistamento e confezionamento annesse alle serre in cui gruppi di donne egiziane svolgono il lavoro nel rispetto degli standard internazionali.
«Oltre agli addetti al confezionamento, in ogni serra da sei a otto persone si occupano dell'operatività e della manutenzione quotidiane, e il numero aumenta a seconda delle stagioni e delle diverse colture», ha osservato Zhang, aggiungendo che il progetto può fornire opportunità di lavoro a circa 6mila persone, «il progetto è in linea con la Belt and Road Initiative della Cina, che cerca uno sviluppo attraverso la cooperazione e la partnership vincenti».
L'intero progetto prevede la costruzione di altre 2.350 serre su un'area di 3.900 ettari nel villaggio di Abu Sultan, nella provincia nord-orientale di Ismailia.
«Questo significa che, una volta terminati i lavori ad Abu Sultan, in totale le serre saranno 2.950, circa 45 km quadrati di deserto si trasformeranno in una distesa verde che darà lavoro ad almeno 30 mila egiziani», ha spiegato Zhang.
Un altra intervento recente nell'agricoltura dell'Africa orientale sulla base della Belt & Road Initiative è quello realizzato una zona desertica del nord del Kenia dove la Cina Wu Yi Co. Ltd, che ha sede a Fuzhou, capitale della provincia del Fujian, ha completato una strada lunga 130 km che attraversa la savana colpita dalla siccità. Oltre a fornire maggiori opportunità economiche per l'intero paese, in particolare il nord sottosviluppato, la strada Turbi-Moyale, che collega il Kenya e l'Etiopia, ha cambiato la vita di migliaia di locali.
Durante la costruzione della strada sono stati scavati pozzi profondi lungoil tracciato che hanno consentito agli agricoltori di abbeverare il bestiame più facilmente e con minori rischi per la salute considerando che prima l'acqua veniva attinta dagli stagni. In questo modo più di 200 famiglie hanno scelto di stabilirsi nella zona che ha incominciato ad attirare i mandriani etiopi, al di la del confine, in cerca d'acqua.