I produttori italiani di specialità alimentari a denominazione di origine controllata e protetta stanno riaffilando le armi per una nuova campagna di promozione nei paesi asiatici, e soprattutto in Cina, grazie a un programma finanziato con fondi europei.
Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago insieme al Consorzio per la Tutela dell’Asti Spumante, al Consorzio Provolone Valpadana DOP, all'istituto per la valorizzazione dei salumi italiani (IVSI) e all' Associazione Interregionale Produttori Olivicoli Verona stanno lavorando a un piano di promozione denominato “Asia Enjoys European Quality Food” di durata triennale, co-finanziato dall’Ue per 5 milioni di euro per promuovere e valorizzare le specialità in Cina, Giappone, Corea del Sud e Vietnam.
La prima tappa sarà dal 20 al 22 maggio prossimi al China International Protected Geographical Indication Products di Shanghai, evento dedicato ai prodotti Dop e Igp, particolarmente importante quest’anno dopo l’entrata in vigore, il primo marzo scorso, dell’accordo Cina-Ue sulla protezione di 100 prodotti europei doc e dop, di cui 26 italiani.
«L’accordo rafforza ulteriormente la registrazione del marchio “Gorgonzola” avvenuta già nel 2014 e va nel senso di generare, da un lato, vantaggi commerciali per le nostre aziende che esportano in Cina, e dall’altro di permettere ai consumatori cinesi di accedere a prodotti di qualità garantiti che è la strada migliore per combattere l’Italian Sounding», ha spiegato Antonio Auricchio, presidente del Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola, oltre che dell’omonimo caseificio, la Gennaro Auricchio, 300 milioni di fatturato, famosa nel mondo anche per il provolone.
Per i produttori italiani di specialità protette la Cina è un mercato con importanti potenzialità di crescita se si considera che lo scorso anno è stata la terza destinazione per i prodotti agroalimentari dell'Ue, con esportazioni, dati a novembre 2020, del valore di 16,3 miliardi di euro, di cui l’agroalimentare italiano rappresenta poco più di mezzo miliardo.
Oltre ai 39 soci del consorzio del Gorgonzola che rappresenta il 10% della produzione nazionale e circa il 6% dei consumi di formaggi italiani per un valore di oltre 200 milioni di euro, sono anche i caseifici veneti e trentini del Consorzio Tutela Formaggio Asiago a puntare molto sul mercato cinese, dove hanno incominciato a vendere 10 anni fa.
«Quando dieci anni fa abbiamo iniziato questo percorso, eravamo pienamente consapevoli delle dinamiche commerciali internazionali e del valore che, la presenza del nostro prodotto in Cina avrebbe avuto in futuro», ha spiegato Flavio Innocenzi, direttore del Consorzio, «ora siamo pronti a cogliere tutte le nuove opportunità che il riconoscimento e la tutela della nostra produzione d’origine ci apre nel mercato più grande al mondo».
Dal 2011 il Consorzio Tutela Formaggio Asiago, infatti, ha riconosciuto nella Cina uno dei mercati più promettenti e di maggiore sviluppo per l’Asiago Dop. Per questo, dopo le prime azioni dedicate all’adeguamento tecnico-normativo, sono seguite, nel 2014, una serie di attività di tutela della proprietà intellettuale della denominazione. A partire da quell’anno, il Consorzio ha svolto un articolato programma sul campo promozionale per far conoscere il formaggio, con la presenza ad importanti eventi diplomatici e missioni commerciali, mirate ad incontrare i principali operatori ed importatori del settore lattiero-caseario.
L’azione consortile è proseguita con numerose attività anche di vigilanza, per rimuovere dal mercato cinese prodotti in violazione dei diritti, come accaduto alla fiera FHC China nel 2016, quando, su indicazione del Consorzio, anticipando l'accordo bilaterale e creando un precedente importante, apprezzato anche dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, le autorità cinesi bloccarono alcuni prodotti che tentavano di usurpare il nome Asiago.
Nel 2020, l’attività del Consorzio di Tutela in Cina si è andata rafforzando, in particolare nella vigilanza, sia online che offline. Per la prima volta sono stati realizzati controlli diretti nei punti vendita del Paese e, allo stesso tempo, si è provveduto a potenziare le verifiche sui siti di e-commerce arrivando a richiedere con successo la rimozione di segnalazioni di prodotti statunitensi che utilizzavano impropriamente la dicitura ‘Asiago’ nella grande piazza commerciale Taobao.
In Cina tra 2019 e 2020 l’importazione di formaggio (dato Clal) ha registrato un +12,5%. (riproduzione riservata)