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Azienda Agricoltura

Il vino bio romagnolo piace in Cina ed Estremo Oriente

Il Dragone è ormai un mercato consolidato dove i vini del Consorzio Terre Cevico sono il primo esportatore, con il Giappone al secondo posto. il produttore romagnolo è riuscita a entrare in maniera efficace nel mercato del private label con bottiglie e con etichette dedicate al mondo cinese


09/03/2021 18:25

di Stefano Catellani - Class Editori

settimanale
Marco Nannetti, presidente di Terre Cevico

Ai cinesi piace il vino Bio romagnolo. La prova, numeri alla mano, arriva dal boom di vendite registrato da Terre Cevico. La crescita di vino da agricoltura biologica è stata pari al 35% e segnala come principale destinazione la Cina, paese dove Terre Cevico può vantare una leadership ormai consolidata. “Siamo il primo esportatore italiano in Cina e il secondo in Giappone – confermano i vertici Cevico - inoltre, la Cina è il primo Paese di destinazione dei nostri vini da agricoltura biologica, di cui oggi produciamo complessivamente sei milioni di bottiglie”.

Vigoroso anche lo sviluppo del mercato giapponese che è cresciuto del 60%, ma la Cina continua a essere considerata strategica in termini di sviluppo anche se la pandemia a livello di consuntivo non ha permesso, nel 2020, di raggiungere i fatturati e le marginalità sperate.

Le potenzialità del mercato cinese sono enormi, considerando il numero di consumatori finali. Terre Cevico in più è riuscita a entrare in maniera efficace nel mercato del private label, con bottiglie e con etichette dedicate al mondo cinese.

Terre Cevico ha chiuso l’ultimo bilancio (1 agosto 2019 – 31 luglio 2020) con 159 milioni di ricavi contro i 167 dell’anno 2018-19. Al quartier generale della cooperativa a Lugo (Ravenna) fanno capo Terre Cevico, Le Romagnole, Colli Romagnoli, Le Romagnole Due, Due Tigli, Rocche Malatestiane, Sprint Distillery, Winex, Tenuta Masselina, Enoica.

Compaiono poi altre partecipazioni tra cui Medici Ermete & Figli, Cantine Giacomo Montresor e Bolé, Winelife (in Usa). A livello qualitativo, le punte di diamante sono Tenuta Masselina in Romagna, sui colli di Faenza, e Montresor in Valpolicella, acquisita nel 2019 al termine di un’operazione che ha visto il coinvolgimento di altre due coop del vino, Vitevis e Cantina Valpantena. Si aggiunge poi una quota maggioritaria di Medici Ermete, marchio legato al mondo del Lambrusco premium.

ll consorzio Terre Cevico che ha appena confermato alla presidenza Marco Nannetti guarda oltre la pandemia e lancia il piano di sviluppo industriale al 2024 che interesserà la sede dei due principali stabilimenti di produzione, Lugo e Forlì. Asse portante del progetto, nel segno della sostenibilità economica e ambientale, è il tema dell’industria 4.0, declinato nel potenziamento dell’automazione delle aree di stoccaggio, logistica, ampliamento dei serbatoi delle aree di cantina per la messa in rete di tutte le fasi di gestione e produzione delle sedi del gruppo. A Lugo sarà realizzato un nuovo grande magazzino, a Forlì un nuovo stabilimento a fianco dell’attuale.

Terre Cevico trasforma più del 30% della produzione viticola del bacino romagnolo e circa la metà del vino del gruppo è venduto confezionato. Oggi Terre Cevico può contare su circa 7 mila ettari di vigneto, gran parte dei quali in Romagna, condotti da circa 5 mila soci viticoltori, in grado di fornire uve per una quantità di vino di oltre 1 milione di ettolitri, e oltre 120 milioni di bottiglie prodotte. (riproduzione riservata)

 


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