Illy punta all'espanione organica in Cina. A spiegarlo è l'amministratrice delegata della società, Cristina Scocchia. "Abbiamo avuto un incremento dei costi di quasi 50 milioni, pari al 10% del fatturato del 2021. Abbiamo ridotto le spese e aumentato l'efficienza operativa. In un momento così difficile non basta: è importante crescere. In Italia andiamo bene, siamo presenti in 140 Paesi e puntiamo sull'espansione organica soprattutto in mercati come Stati Uniti e Cina", ha spiegato la top manager alla Stampa.
Nella Repubblica popolare la crescita è stata del +16% trainata dall’online a dimostrazione che la società ha saputo conquistare un numero sempre maggiore di consumatori cinesi. Qui l’obiettivo è ambizioso, triplicare il fatturato, sempre nell’arco del piano, valutando forme diverse di presenza, anche fisica, in un mercato così importante.
Il gruppo deve però fare i conti con la situazione dell'inflazione. "Il caffè a novembre 2020 costava 110 dollari per libbra, siamo arrivati a 240 dollari, oltre il 100% in più. I costi per l'energia e del gas, per quanto ci riguarda, sono più che decuplicati. Ma fin quando sarà possibile, non aumenteremo il costo del nostro prodotto", ha spiegato la top manager.
"Se la spirale inflazionistica dovesse continuare, se il costo del caffè verde dovesse proseguire nella sua corsa, non possiamo escludere un aumento del prezzo al consumo. Almeno fino a fine anno vogliamo provare a comprimere i nostri margini ma non riversare a valle l'aumento del costo del caffé."
Continua la manager: "Cerchiamo di proteggere clienti e consumatori, però c'è un limite. Immagino che a inizio dell'anno prossimo dovremo comunque rivedere la situazione", ha continuato l'ad spiegando che per il momento non si sono registrati cali nel consumo di caffè, "siamo molto soddisfatti dei risultati dei primi otto mesi, il fatturato avanza di circa il 20%. Temiamo che l'autunno possa darci numeri diversi, che l'inflazione metta in allerta le famiglie e riduca la loro capacità di spesa". (riproduzione riservata)