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Azienda Agricoltura

In Cina controlli da remoto delle fabbriche alimentari straniere

Lo ha denunciato Assonime. Sotto la lente le regole che dallo scorso gennaio consentono di effettuare controlli “da remoto” degli stabilimenti alimentari stranieri, oppure di chiedere informazioni dettagliate con breve preavviso, minacciando la sospensione delle attività per non conformità


20/12/2022 17:55

di Mauro Romano - Class Editori

settimanale
Stefano Firpo, dg Assonime

Faro di Assonime sulle esportazioni alimentari in Cina. L'ultimo Note e Studi dell'associazione delle spa mette in evidenza alcune criticità delle procedure di registrazione obbligatoria degli stabilimenti produttivi di alimenti destinati all’esportazione verso la Repubblica popolare, entrate in vigore il 1° gennaio 2022. 

Suscitano perplessità soprattutto le disposizioni del decreto n. 248, che consentono alla Cina di effettuare controlli “da remoto” degli stabilimenti alimentari stranieri, oppure di chiedere informazioni dettagliate (ad es., piani di sicurezza alimentare specifici per processo o fotografie per ciascun impianto), con breve preavviso, a pena di sospensione per non conformità.

Le nuove procedure hanno formato oggetto, in ambito multilaterale, di rilievi da parte di taluni membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO): in particolare, a causa delle rilevanti incertezze suscitate sul piano interpretativo ed applicativo, tali procedure sono ritenute in grado di determinare in Cina un trattamento meno favorevole per i prodotti alimentari ivi importati, rispetto a quelli di origine cinese, e di creare inutili ostacoli al commercio internazionale, ricorda l'associazione. 

La crescita tendenziale delle esportazioni italiane nel settore sembra essere destinata a confermare i risultati conseguiti nel 2021, anno in cui è stata
raggiunta la soglia record di 52 miliardi di euro (+11,1% rispetto all’anno precedente, fronte di +18,2% per l’export italiano complessivo), grazie soprattutto al traino delle esportazioni di alimentari e bevande.

In questo contesto, l’Italia si colloca al settimo posto tra i maggiori Paesi esportatori al mondo nel settore alimentare, con una quota di mercato che si attesta intorno al 4 per cento su scala globale , caratterizzandosi per un saldo commerciale positivo raggiunto anche grazie a elevati valori di export di prodotti lavorati: in primis, vini e spiriti, pasta e prodotti da forno, passate di pomodoro e altri preparati di verdure, così come parmigiano, grana e mozzarella. (riproduzione riservata)


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