La pandemia Covid 19 e la flessione della ristorazione, specialmente quella italiana, cambia le prospettive della forlivese Olitalia. Il fatturato calerà circa del 10% sul totale e del 50% nel food service, ma l’andamento 2020 sarà compensato dall'export specialmente verso Cina, Corea del Sud e Taiwan grazie all’e-commerce su portali specializzati, e da un incremento nella gdo, anche in Italia.
Le stime dopo il primo semestre indicano che la ripartenza corre proprio sul binario delle vendite su scala internazionale, anche grazie alla partnership in Usa con Lidia Bastianich.
Il mercato asiatico da solo assorbe il 40% dell'export. È la zona forte di Olitalia: Taiwan, Corea del Sud, Cina e Giappone, un’area con grandi potenzilaità ma dove i prodotti italiani vanno spiegati, ai cinesi, per esempio, che apprezzano l'olio extra vergine di oliva, ma non sanno come usarlo. Olitalia punta sulla formazione di importatori e dealer.
Anche il prodotto cambia e non ha la stessa ricetta di quello venduto in Italia. I gusti sono diversi e vengono quindi studiate miscele gradite ad altri tipi di culture culinarie. Olitalia può contare su 20 assaggiatori professionisti e su un laboratorio - centro di ricerca, dove nascono i nuovi blend.
Anche l'aceto ha trovato una sua collocazione nel mercato asiatico, riformulato e ripensato partendo dal principio che in questi Paesi si beve l'aceto come dissetante. Aceto di riso, di mela, e altre tipologie, puro o da diluire, si trova negli scaffali del beverage e piace soprattutto in Corea del Sud.
Una spinta in più deriverà anche dal canale e-commerce diretto che Olitalia conta di sviluppare entro la fine del 2020.
«Nonostante le criticità legate alla pandemia - spiega il presidente Angelo Cremonini - proseguiamo con progetti importanti, come O.I.L., Olitalia Innovation Lab, il nostro laboratorio, l’accademia dove facciamo formazione, un asset prioritario per noi, e che rappresenta un luogo di incontro e scambio di conoscenze, con l’obiettivo di promuovere la cultura di prodotto, sia per l’olio che per l’aceto balsamico».
Fondata nel 1983, Olitalia, è focalizzata sulla produzione di oli e aceti, che offre, da più di 30 anni, un’ampia gamma di oli extra vergini, di oliva, di semi e aceti. L’azienda, specializzata nel food-service, settore nel quale è leader in Italia, è guidata da Angelo, Elisabetta e Camillo Cremonini, figli del co-fondatore di Inalca, Giuseppe Cremonini che, in oltre 50 anni di esperienza nel settore alimentare, è diventato simbolo di qualità e tradizione della gastronomia italiana nel mondo.
I due stabilimenti sede di Olitalia e Acetaia, a Forlì e Spilamberto (Modena), con 130 dipendenti, hanno generato nel 2019 un fatturato di 175 milioni di euro in aumento sui 165 dell’anno precedente e producono, complessivamente, oltre 100 milioni di litri l’anno. Nel 2019 il fatturato Italia si è diviso quasi al 50% tra food service e retail, mentre nei mercati esteri il 70% corrisponde al retail.
I Cremonini si aspettano buoni risultati già da quest'anno anche grazie all’accordo tra Olitalia e Filiera agricola italiana, per la produzione del primo olio di girasole altoleico 100% italiano a filiera tracciata, con un’elevata presenza di acido oleico (acido grasso omega-9), che contribuisce al mantenimento dei livelli normali di colesterolo nel sangue e garantire una qualità eccellente nei processi di frittura.
Un ulteriore obiettivo è la valorizzazione della qualità con la nuova linee di olio I Dedicati, sia per la ristorazione che per il retail.
Nerl frattempo l'azienda ha incassato il riconoscimento della qualità dei suoi aceti balsamici dal’organizzazione tedesca Stiftung Warentest che, attraverso le pagine della sua rivista Test, ha reso noti i risultati di una serie di analisi. Sul podio, nel gradino più alto, c'è l’IGP 5 Grappoli invecchiato dell’Acetaia Giuseppe Cremonini di Spilamberto (MO). Si tratta di una referenza 100% naturale, con una consistenza vellutata, un’alta densità (pari a 1,33 g/l), un 73% di mosto d’uva cotto e un invecchiamento in barrique di almeno 3 anni. Qualità senza dimenticare la sostenibilità.
Olitalia ha lanciato anche il progetto ‘Plastic no more’, con l’obiettivo di abbattere del 30 % il consumo di plastiche. (riproduzione riservata)