Prosecco è ora un marchio collettivo registrato in Cina. Un traguardo internazionale per il Consorzio guidato da Stefano Zanette, che ha così avuto la meglio in una partita iniziata nel 2014.
Il Consorzio aveva infatti ricevuto una opposizione dei produttori di vino australiano rappresentati dall'Australian grape and wine incorporated con l'intento di impedire la registrazione.
Opposizione rigettata dall'ufficio marchi cinese (CNIPA). Un successo attestato anche dall'ambasciatore d'Italia nella Repubblica Popolare Cinese, Luca Ferrari, che in una lettera inviata al Presidente Zanette esprime i suoi "personali rallegramenti per la positiva conclusione del procedimento in questione, che rappresenta un passo avanti nella difesa della denominazione "Prosecco" in questo Paese. Si tratta di un ottimo risultato ottenuto grazie alla costante sinergia fra l`Ambasciata d`Italia a Pechino, le istituzioni italiane sul territorio nazionale e il Consorzio".
Zanette ringraziando l'ambasciatore Ferrari per la gentile testimonianza, conferma che "il successo dell`operazione va ascritto al costante lavoro di tutela svolto dal Consorzio, supportato dalla grande collaborazione dell`Ambasciata Italiana a Pechino e della Commissione Europea che con il loro contributo hanno aiutato il Consorzio a raggiungere questo importante risultato internazionale, dimostrando ancora una volta quanto la sinergia tra istituzioni pubbliche e private risulti vincente".
Il Consorzio del vino che vende oltre 500 milioni di bottiglie nel mondo, conta su 12mila viticoltori, 1200 aziende vinificatrici, 350 case spumantistiche. Dieci anni fa si vendevano 200 milioni di bottiglie di prosecco. Da novembre scorso si sono aggiunti 17 milioni di bottiglie della novità rosé ed è stato un successo. La pandemia non ha frenato la scalata, il 2020 si è chiuso col segno più; l'80% del prodotto va all'estero: Gran Bretagna, Usa, Germania che prima era il mercato storico, anche Francia. In Italia si vendono 100 milioni di bottiglie. E ora le potenzialità dell'enorme mercato del Dragone sono ancora più a portata di mano. (riproduzione riservata)