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Bandito a vita dalla Borsa per truffa il fondatore di Evergrande

Secondo le autorità della Borsa di Shanghai, il fondatore del gruppo, Hui Ka Yan, insieme ai principali manager, avrebbe pesantemente gonfiatoi ricavi degli anni 2019 e 2020 per riuscire a mettere delle obbligazioni. In crisi anche la Sino-Ocean Group di Pechino: le vendite vanno a picco


19/03/2024 17:05

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Hui Ka Yan, fondatore e ceo di Evergrande

Nuova, ennesima tegola giudiziaria sul gruppo Evergrande, epicentro della crisi del settore immobiliare in Cina: la società è ststa accusata dalle autorità della borsa di Shanghai di frode, e il suo fondatore, Hui Ka Yan,  bandito a vita dal mercato mobiliare. La China Securities Regulatory Commission, il principale regolatore finanziario della Cina, ha inflitto una multa di 4,18 miliardi di yuan (581 milioni di dollari) alla divisione immobiliare onshore di Evergrande, Hengda Real Estate, per aver gonfiato le entrate nei bilanci del 2019 e 2020.

La sanzione fa seguito a un'indagine sulle pratiche di rendicontazione finanziaria e di emissione di obbligazioni della società, secondo quanto comunicato da Hengda Real Estate alla Borsa di Shanghai. Dalle rilevazioni è emerso che la società immobiliare non ha divulgato tempestivamente le relazioni finanziarie richieste, comprese quelle annuali e intermedie, oltre a non aver segnalato importanti contenziosi e inadempienze. Inoltre, avrebbe gonfiato i ricavi del 2019 di 213,99 miliardi di yuan, ovvero la metà del totale, e nel 2020 di 350 miliardi di yuan, ovvero il 78,5% del totale. L'azienda avrebbe poi emesso obbligazioni sulla base delle dichiarazioni falsificate.

Oltre alla multa inflitta alla società, l'authority cinese ha imposto il pagamento di una multa di 47 milioni di yuan al fondatore di Evergrande, Hui Ka Yan, per il suo coinvolgimento in frodi finanziarie, oltre a bandirlo a vita dal mercato dei titoli. Stessa sorte è toccata all'ex vicepresidente di Evergrande, Xia Haijun, bandito a vita dal mercato mobiliare, mentre all'ex direttore finanziario Pan Darong il divieto varrà per 10 anni.

Le sanzioni rappresentano l'ennesima sfida per Evergrande, il gigante del mattone cinese affossato da oltre 330 miliardi di dollari di debiti. La società è in crisi dal 2021 e a gennaio di quest'anno l'Alta Corte di Hong Kong ha disposto la liquidazione delle controllate onshore, come risultato del mancato accordo con i principali creditori sul piano di ristrutturazione del debito offshore.

La crisi immobiliare, intanto, continua a mietere vittime. Lo sviluppatore Sino-Ocean Group, un altro player del settore appesantito da una grave situazione debitoria, ha annunciato che la crisi di vendite di case in Cina ha prodotto per il 2023 perdite superiori a quelle dell'anno precedente.

In un documento depositato oggi alla borsa di Hong Kong, l'azienda prevede di aver subito una perdita "compresa tra circa 20 miliardi di RMB (yuan) e 23 miliardi di RMB (2,5-2,9 miliardi di euro) per l'esercizio 2023". Nel 2022 la perdita era stata di 19 miliardi di yuan (2,4 miliardi di euro).

"Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, la perdita attesa è principalmente attribuibile alla flessione del mercato immobiliare complessivo nella Repubblica popolare cinese, con conseguente diminuzione del margine di profitto lordo, e all`aumento del fondo svalutazione di progetti immobiliari; e alla diminuzione della quota di risultati da joint venture e società collegate per l'anno fiscale 2023", si legge nella nota depositata alla borsa.

La notizia di Sino-Ocean viene in un momento di ulteriore recrudescenza della crisi. Oltre a Evergrande - per la quale un tribunale di Hong Kong ha chiesto la liquidazione - hanno segnalato difficoltà anche Vanke e Country Garden.

Sino-Ocean ha sede a Pechino. Secondo la società, le vendite nei primi due mesi di quest'anno ammontano a 2 miliardi di yuan (255 milioni di euro), contro 8,4 miliardi di yuan (1,07 miliardi di euro) nello stesso periodo dell'anno scorso. (riproduzione riservata)


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