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Tira la blue economy cinese, cantieristica al top mondiale

Con il 51% delle navi costruite nel mondo, l'industria cinese ha surclassato anche Corea e Giappone, mentre gli Stati Uniti pesano solo per uno 0,2% del tonnellaggio totale, 200 volte in meno dei rivali cinesi. La Corea è ancora leader nelle produzioni di maggior valore aggiunto


05/11/2024 16:12

di Marco Leporati*

settimanale
Ever Alot, la più grande portacontainer al mondo fabbricata in Cina

Dal China Marine Economy Expo ( CMEE), che si è svolto nei giorni scorsi a Shenzhen, cuore della Greater Bay Area (GBA), arrivano buone notizie sul settore marino, la cosiddetta Blue economy.

I risultati ottenuti in Cina nel corso del 2023 hanno registrato un indice di sviluppo del 123,5 % e un incremento del 3% delle attività su base annua che fanno ben sperare per l’anno in corso; in particolare per la GBA l’output industriale è cresciuto del 4% su base annua.

Una trentina di società cinesi ha perfezionato l'accesso alla borsa raccogliendo fondi per 5 miliardi di dollari americani per lo sviluppo di centrali offshore di wind power, stazioni di trivellamento per petrolio e gas naturale, per la pesca ed il turismo.

Sun Shuxian, Vice Ministro delle risorse naturali ha dichiarato all’apertura della fiera che l’economia del mare ha una nuova missione per promuovere uno sviluppo di alta qualità ed una maggior apertura.

I riflessi di questo dinamismo si avvertono anche nella cantieristica, settore non direttamente collegato ai temi della fiera ma che trae benefici in termini di investimenti e specialmente di tecnologia, con l'effetto che questa industria domina l'intero mercato e lo dominerà in futuro come si evince dalle ultime statistiche.

La Cina è leader nella costruzione di navi portacontainer e da crociera, oltre che nelle navi gasiere, quelle RoRo e quelle per le commodities in bulk senza tralasciare il settore militare.

Nella contesa dei primati con gli Usa,  la Cina è indiscutibilmente leader nel settore dell’EV car, in quello delle batterie elettriche, dei pannelli solari e, infine, dell’industria cantieristica.

Due esempi recenti, quali case history, sono una conferma anche di quanta agressività strategica si nutra questa gara. Jiangsu Rongsheng Heavy Industry, ubicata nello Yangtze River Delta, non distante da Shanghai, era stata costituita nel 2006 ed era diventato il più importante costruttore di navi valemax ovvero le più grandi navi bulk esistenti nei suoi quattro bacini di carenaggio prima del collasso finanziario nel 2014.

Ora, dopo un’importante iniezione finanziaria che ne ha permesso la sua riapertura, è stato in grado di aggiudicarsi un contratto per la costruzione di navi LNG dual-fuelled con una capacità di 11500 Teus per  la MSC, prima compagnia marittima nel rank mondiale. Ciò contribuirà ad aumentare dell’ 1% la capacità globale del settore.

Nello stesso tempo Rongsheng è in discussione con la compagnia marittima One (Ocean Network Express ) per la costruzione di due navi portacontainer.

Un altro esempio è China’s Jiangxi New Jangzhou Shipbuilding Heavy Industry, specializzata nell’area del Guangdong per la costruzione di navi gasiere e per il trasporto di prodotti chimici. I suoi clienti sono prevalentemente domestici come la compagnia cinese Shenzhen Haihong Shipping che ha ordinato una nave da settemila mc di capacità volumetrica per il trasporto di etilene.

Gli ultimi dati pubblicati mostrano un trend in cui la supremazia cinese è evidente, accompagnata, dalle posizioni dominanti di Corea del Sud e Giappone, seppur con minori tonnellaggi. La Cina infatti, dopo la pandemia nel 2023 ha costruito più navi che tutto il resto del mondo con il 51%, mentre il 90% delle navi consegnate proviene dall’Estremo Oriente.

Secondo i dati di Clarkson Research la Corea produce nei suoi cantieri il 24% ed il Giappone il 15% mentre l’attività cantieristica europea è fortemente diminuita ed è pari al 5%. Quella americana rappresenta solo lo 0,2 % del tonnellaggio globale: la Cina la supera per ben 200 volte.

La supremazia dell’Europa nel controllo del territorio mondiale alternato nei secoli tra Spagna, Portogallo, Olanda ed Inghilterra aveva portato l’Europa nella storia recente a produrre il 24 % delle navi.

A Shenzhen è emerso un altro dato importante, che livello tecnologico per la Cina rimane ancora modesto pur con passi avanti importanti, mentre la Corea mantiene il dominio nella produzione di maggiore valore aggiunto.

Durante la dinastia Ming (1368 - 1644) l’ammiraglio cinese Zheng He aveva attrezzato una flotta di 255 navi per l’esplorazione di lidi fino a quel tempo ignoti specialmente quelli dell’Africa avvenuta nel corso di sette viaggi. Allora la flotta cinese era la più imponente nel mondo; forse con questo sorpasso si ritornerà alla grandezza mai dimenticata. (riproduzione riservata)



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