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Azienda Energetico

Anche in Cina il solare chiave di volta della transizione energetica

Secondo il World Energy Outlook 2023 la domanda totale di energia della Cina raggiungerà il picco intorno alla metà di questo decennio, mentre la continua crescita dinamica dell'energia pulita farà diminuire la domanda di combustibili fossili e le emissioni del Dragone


24/10/2023 16:55

di Anna Dirocco - Class Editori

settimanale

Una variabile importante per i mercati energetici nei prossimi anni è rappresentata dal ruolo della Cina. «Pechino sta subendo un cambiamento importante a causa del rallentamento e dei cambiamenti strutturali della sua economia», secondo il World Energy Outlook 2023. Secondo le proiezioni del rapporto, la domanda totale di energia della Cina raggiungerà il picco intorno alla metà di questo decennio, mentre la continua crescita dinamica dell'energia pulita farà diminuire la domanda di combustibili fossili e le emissioni del Dragone.

In generale, in base alle attuali politiche, le energie rinnovabili dovrebbero contribuire all'80% della nuova capacità di produzione di energia elettrica fino al 2030, con il solare che da solo rappresenta più della metà di questa espansione. Entro la fine del decennio, il mondo dovrebbe avere una capacità di produzione di oltre 1.200 gigawatt (GW) di pannelli solari all'anno, ma si prevede che nel 2030 verranno effettivamente installati solo 500 GW.

«Se il mondo dovesse raggiungere una capacità produttiva di 800 GW di pannelli solari fotovoltaici entro la fine del decennio, nel 2030 la produzione di energia elettrica da carbone in Cina si ridurrebbe di un ulteriore 20% rispetto a uno scenario basato sulle attuali politiche. La produzione di elettricità da carbone e gas naturale in America Latina, Africa, Sud-Est asiatico e Medio Oriente sarebbe inferiore di un quarto», hanno previsto  gli autori del report.

L'ultima edizione del Weo, la più autorevole fonte globale di analisi e proiezioni sull'energia, descrive un sistema energetico nel 2030 in cui le tecnologie pulite svolgono un ruolo significativamente maggiore rispetto a oggi. «Questo include un numero quasi 10 volte superiore di auto elettriche in circolazione in tutto il mondo; il solare fotovoltaico che genera più elettricità di quanta ne produca attualmente l'intero sistema elettrico degli Stati Uniti; la quota delle rinnovabili nel mix elettrico globale vicina al 50%, rispetto all'attuale 30% circa».

L'Aie prevede anche che le pompe di calore e altri sistemi di riscaldamento elettrici supereranno le caldaie a combustibili fossili a livello globale e si aspetta il triplo degli investimenti in nuovi progetti eolici offshore rispetto a quelli in nuove centrali elettriche a carbone e a gas.

«Se i Paesi rispettassero gli impegni nazionali in materia di energia e clima in tempo e per intero, il progresso dell'energia pulita sarebbe ancora più rapido. Tuttavia, sarebbero comunque necessarie misure ancora più incisive per mantenere l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C», spiegano gli esperti. La quota dei combustibili fossili nell'approvvigionamento energetico globale, che per decenni è rimasta ferma intorno all'80%, scenderà al 73% entro il 2030, mentre le emissioni globali di anidride carbonica (Co2) legate all'energia raggiungeranno il massimo entro il 2025.

Tuttavia allo stato attuale, secondo il Weo, la domanda di combustibili fossili è destinata a rimanere troppo alta per mantenere l'obiettivo dell'Accordo di Parigi. «Piegare la curva delle emissioni su un percorso coerente con 1,5 gradi centigradi rimane possibile ma molto difficile. Nonostante l'impressionante crescita delle energie pulite basata sulle attuali impostazioni politiche, le emissioni globali rimarrebbero sufficientemente alte da far aumentare le temperature medie globali di circa 2,4 gradi centigradi in questo secolo».

Il Weo-2023 propone una strategia globale per rimettere il mondo in carreggiata entro il 2030 che consiste in cinque pilastri fondamentali: triplicare la capacità rinnovabile globale; raddoppiare il tasso di miglioramento dell'efficienza energetica; ridurre del 75% le emissioni di metano prodotte dalle attività dei combustibili fossili; attivare meccanismi di finanziamento innovativi e su larga scala per triplicare gli investimenti nelle energie pulite nelle economie emergenti e in via di sviluppo; mettere a terra misure per garantire un declino ordinato nell'uso dei combustibili fossili, compresa la fine delle nuove autorizzazioni per le centrali elettriche a carbone senza limiti.

Va tutta rimarcato che la difficile situazione in Medio Oriente ha tuttavia riportato l'attenzione sui problemi della sicurezza energetica che molti Paesi stanno ancora affrontando dallo scorso anno. Secondo il World Energy Outlook, un'impennata senza precedenti di nuovi progetti di gas naturale liquefatto che entreranno in funzione a partire dal 2025 è destinata ad aggiungere più di 250 miliardi di metri cubi all'anno di nuova capacità entro il 2030, pari a circa il 45% dell'attuale offerta globale di gnl.

«Il forte aumento della capacità allevierà le preoccupazioni relative ai prezzi e all'approvvigionamento di gas», affermano gli esperti dell'Aie, «ma rischia anche di creare un eccesso di offerta, dato che la crescita della domanda globale di gas è notevolmente rallentata rispetto all'età dell'oro degli anni 2010». Di conseguenza, la Russia avrà un'opportunità molto limitata di espandere la propria base di clienti: la sua quota di gas commercializzato a livello internazionale, che nel 2021 era del 30%, è destinata a scendere alla metà entro il 2030. (riproduzione riservata)


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