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Azienda Energetico

Cpl Concordia vuole entrare nel business del gas cinese

La cooperativa modenese, da 300 milioni di euro di fatturato, è uno dei migliori fornitori di Italgas che insieme a Snam stanno scalando il mercato a maggior potenziale del mondo. Il consumo di gas è destinato a raddoppiare il suo peso nel mix energetico del Dragone, crescendo da 280 miliardi di metri cubi nel 2018 a 600 miliardi nel medio termine


21/10/2019 12:53

di Stefano Catellani - Class Editori

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Paolo Barbieri, presidente di Cpl Concordia

Cpl Concordia, azienda modenese nel settore gas, ha preso parte al quinto China LNG & Gas international summit, il 17 ottobre scorso a Pechino, ed è intervenuta al workshop dedicato al mercato del gas naturale liquefatto, alla presenza dei colossi energetici cinesi e di player del gas provenienti da Australia, Singapore, Portogallo.

Paolo Barbieri, presidente della società, è stato invitato a parlare da Italgas, che ha selezionato Cpl fra i suoi migliori business partner. La delegazione di Italgas e dei suoi principali fornitori ha partecipato al summit nel quadro dell'accordo con State Grid Corporation of China che prevede, tra l’altro, la condivisione di conoscenze, metodi e soluzioni applicati al settore energetico, in particolare nel settore della distribuzione del gas naturale.

«Abbiamo presentato a una platea internazionale la nostra esperienza di oltre 60 anni come fornitori di servizi e impianti per il gas. Abbiamo riscontrato un interesse crescente, in particolare nel settore del GNL, il Gas Naturale Liquefatto,» ha spiegato Barbieri. Cpl Concordia, grazie al know how consolidato nelle reti gas e infrastrutture energetiche, ha realizzato il primo impianto di rigassificazione a Gnl realizzato in Sardegna per un’industria privata e sta implementando altri progetti in tutto il nord Italia, che comprendono anche la fornitura di combustibile attraverso la società controllata Polargas.

«La nostra presenza al summit cinese, per la quale siamo grati ad Italgas, è parte integrante della strategia di sviluppo all’estero che CPL vuole intraprendere per rafforzare la sua crescita nel core business energetico e delle reti tecnologiche», ha concluso Barbieri. 

Italgas fa capo a Cdp Reti, che a sua volta è controllata al 59% da Cdp (Cassa depositi e Prestiti) e per il 35% è partecpata da State Grid of China, attraverso la sua controllata europea.

Cpl Concordia è un gruppo cooperativo multiservizi nato nel 1899 a Concordia sulla Secchia,provincia di Modena. È attiva nella gestione calore (global service e facility management), gas (costruzione, manutenzione e gestione reti metano e GPL), acqua, teleriscaldamento, pubblica illuminazione e servizi tecnologici (software, videosorveglianza, telecontrollo), prodotti per la misura gas, lo sviluppo e applicazione di fonti rinnovabili.

Questo insieme di servizi ha generato nel 2018 un fatturato di 257 milioni, al servizio (all’80%) delle multiutilities, degli enti pubblici, e dei privati per il 20%. A Concordia, nel cuore della bassa modenese colpita dal sisma del 2012, Cpl Concordia da lavoro a 1550 dipendenti, distribuiti in oltre 30 società controllate.

«Nei prossimi anni punteremo di più sull’estero, dove siamo già presenti in Romania, il mercato è in continua evoluzione e l’innovazione è il motore principale della nostra cooperativa, una mission che trascina tutti i settori e ne alimenta di nuovi,» ha spiegato Barbieri. 

Il budget di quest'anno prevede di superare 300 milioni di fatturato grazie a facility management, cogenerazione, pubblica illuminazione, reti tecnologiche e fornitura software.

«Considerando la stagnazione dell’economia nazionale è un ottimo risultato, ma prevediamo un’ulteriore crescita grazie allo sviluppo di nuove tecnologie legate a blockchain e big data. Stiamo investendo nel settore del Gnl, il gas naturale liquefatto (a meno 163°) che siamo in grado di trasportare dove non c’è la rete. Punteremo anche sulla vendita di prodotti certificati per la gestione gas metano, sfruttando il nostro storico know how», ha rivelato Barbieri.

Italgas, e la sua consorella Snam, entrambe controllate da Cdp Reti sono la porta d'accesso principale al mercato cinese per la cooperativa modenese  e i suoi servizi d'eccellenza, visti i rapporti con State Grid corporation of Chinache nel 2014 ha investito 2 miliardi di euro per acquistare la partecipazione in Cdp Reti, finalizzata a stabilire una òpartnership strategico che aiutasse il Dragone alla transizione energetica verso fonti pulite. 

«Nei prossimi anni il gas diventerà sempre più centrale per l’economia cinese», ha dichiarato recentemente Marco Alverà, ceo di Snam, che ha aperto quest’anno la Snam Gas & Energy Services Beijing, con uffici nel business district di Pechino.

I numeri sul business del gas in Cina nei prossimi anni sono impressionanti. «La Cina nei prossimi anni investirà in modo massiccio su nuovi gasdotti, stoccaggi e capacità di rigassificazione per far fronte al rapido aumento dei consumi e per combattere l’inquinamento riducendo la propria dipendenza dal carbone, che pesa ancora per il 60% sul mix energetico», ha spiegato Alverà.

Sulla spinta della produzione interna, cresciuta dal 2015 da 150 a 200 miliardi di metri cubi, il peso del gas nel mix energetico nel Paese è destinato a raddoppiare entro l’anno prossimo, dal 5% del 2015 al 10%. Il consumo, 280 miliardi di metri cubi nel 2018, potrebbe raggiungere i 600 miliardi di metri cubi nel medio termine. Nel trasporto, la rete cinese raddoppierà con la costruzione di 100 mila chilometri di gasdotti, tre volte la lunghezza di quelli in esercizio in Italia.



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