Le risorse energetice azere ancora non sfruttate potrebbero garantire all’Europa forniture di gas aggiuntive nelle corso degli anni, permettendo la diversificazione delle riserve. Il passaggio è contenuto in una bozza della dichiarazione congiunta che sarà diffusa al termine del prossimo Consiglio consultivo del Corridoio meridionale del gas in agenda il 20 febbraio a Baku, capitale dello stato che si propone come snodo strategico della nuova Via della Seta.
Il documento riconosce il ruolo strategico dell’Azerbaigian nelle fornitura di energia, facendo riferimento a una possibile espansione dello stesso corridoio meridionale e alla sviluppo di diversi giacimenti nell’ex repubblica sovietica elencando quelli di Absheron, Umid, Babek, Karabkch, Dan Ulduzi, Ashrafi, Shah Deniz 3.
«Salutiamo con favore il potenziale interesse di altri fornitori di gas naturale a utilizzare il il Corridoio meridionale per diversificare le forniture verso l’Europa e gli Paesi», si legge nel testo della dichiarazione, rilanciata dal sito azero Trend.
Nel documento si fa inoltre riferimento alla fine dei lavori per il Tap (Trans-Adriatic Pipeline) entro la fine del prossimo anno e il cui consorzio è costituito da BP (20%), Socar (20%), Snam (20%), Fluxys (19%), Enagás (16%), e Axpo (5%).
L’infrastruttura, che tocca Grecia, Albania e Adriatico per approdare a San Foca, in Salento, è soltanto una piccola parte del più ampio progetto per portare le risorse azere nel Vecchio Continente per di ridurre la dipendenza dell’approvvigionamento russo.
“Non ci sono alternative: la Tap deve partire entro l’ultimo trimestre del 2020”, ha spiegato Elshad Nassirov, il vicepresidente di Socar, la compagnia statale petrolifera azera.
La dichiarazione sarà firmata dai rappresentanti di Italia, Azerbaigian, Albania, Bosnia, Bulgaria, Georgia, Grecia, Turchia, Croazia, Montenegro, Romania, San Marino, Regno Unito, Stati Uniti ed Unione Europea.
La Repubblica eurasiatica si propone come hub per il nascente progetto della Belt & Road lanciato da Pechino nel 2013. La scorsa settimana il porto della capitale azera ha accolto una serie di giornalisti per presentare le opportunità offerte dallo scalo.
Si lavora al completamento della nuova infrastruttura e dell'adiacente zona franca di Alat, distante 65 chilometri dalla capitale, nella quale per il direttore generale del Porto, Taleh Ziyadov, dovrà sorgere anche un cluster italiano. La zona infatti intende diventare lo "snodo da cui partono le merci per l'Europa (attraverso Georgia e Turchia), l'Iran e la Russia"
L’interesse sul Paese è alto. Non a caso l’automatizzazione della logistica dello scaloèstata affida al gruppo Dba, che ha ottenuto una commessa da 300 mila euro dal ministero dei Trasporti e le Telecomunicazioni per la consulenza sulla costruzione della rete in fibra ottica nella capitale.