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Azienda Energetico

Enel cresce con i progetti di energia eolica in Russia

La controllata russa svilupperà 360 megawatt di capacità rinnovabile nei prossimi anni, in linea con il modello di crescita sostenibile della capogruppo, che ha come obiettivo di decarbonizzare completamente il proprio parco generazione al 2050. Intanto la capogruppo italiana si prepara a vendere gli asset in Romania


23/08/2019 10:35

di Angela Zoppo - Class Editori

Enel svela i piani verdi per la Russia

Enel Russia sarà sempre più verde dopo la cessione di Reftinskaya Gres a Jsc Kuzbassenergo per circa 300 milioni di euro, approvata il 22 luglio scorso dall’assemblea straordinaria degli azionisti. Per questo subito dopo il via libera all’operazione la società ha aggiornato il piano industriale in considerazione del nuovo perimetro e degli obiettivi green. In linea con il modello di crescita sostenibile della capogruppo, che ha come obiettivo di decarbonizzare completamente il proprio parco generazione al 2050, la controllata russa svilupperà almeno 360 megawatt di capacità rinnovabile nei prossimi anni. 

La corsa all’energia verde in Russia è partita nel 2017, quando a Enel sono stati assegnati due progetti eolici ad Azov e Murmansk per 291 MW, con un investimento complessivo di 405 milioni di euro. Azov dovrebbe entrare in attività entro fine 2020. A giugno scorso sono arrivati altri 71 MW, sempre di capacità eolica in una successiva asta bandita dal governo russo, che impegnano risorse per 90 milioni di euro.

Nel progetto sono previste sinergie con la centrale di Nevinnomysskayal, vista la vicinanza tra i due impianti. Il nuovo perimetro di Enel Russia conta tre sussidiarie dedicate ai progetti rinnovabili: Enel Rus Wind Generation, Enel Rus Wind Kola ed Enel Rus Wind Azov.

Nel piano aggiornato il management ammette che l’uscita di Reftinskaya provocherà una temporanea pressione sul leverage, ma si spiega anche che i proventi saranno utilizzati per i nuovi investimenti (prevalentemente in nuovi progetti verdi) e il ripianamento dei debiti: «altre opzioni sono da considerare». La nuova politica dei dividendi, per esempio, sarà decisa col piano 2020-2022. 

Il mercato russo nel frattempo è cresciuto. I ricavi della controllata di Enel nel secondo trimestre sono saliti del 7,1% a 225 milioni di euro. Il mol del 4,9% a 43 milioni di euro, mentre il risultato operativo ha virato in negativo per 92 milioni di euro a causa della svalutazione di 120 milioni di euro a carico di Reftinskaya Gres, necessaria per adeguarne il valore al prezzo di vendita. Proprio per effetto della svolta verde gli investimenti sono raddoppiati nel semestre a 63 milioni di euro.

Intanto Enel ha nominato Carlo Pignoloni, già responsabile delle energie rinnovabili per l’Italia, nuovo country manager per la Romania. Pignoloni sostituisce Georgios Stassis, che ha lasciato il gruppo Enel per assumere l’incarico di presidente e amministratore delegato della principale utility greca Ppc (Power Public Corporation).

«Siamo lieti di avere Carlo Pignoloni come nuovo country manager di Enel in Romania», ha detto Simone Mori, responsabile Europe and Euro-Mediterranean Affairs di Enel. «La sua conoscenza del business convenzionale, unita alla sua esperienza nelle energie rinnovabili, lo ha reso un candidato ideale per questo ruolo. Allo stesso modo a nome mio e di tutto il gruppo Enel vorrei estendere la mia gratitudine e il mio apprezzamento a Georgios Stassis per l’eccellente lavoro che ha svolto negli anni e augurargli tutto il meglio per il suo nuovo, sfidante ruolo». Pignoloni non è nuovo in Romania, dove dal 2008 al 2011 aveva gestito le attività di Enel Green Power.

La sua nomina è arrivata proprio mentre sul mercato stanno girando indiscrezioni sul primo giro di offerte non vincolanti per gli asset di Enel in Romania. A farsi avanti sarebbero stati Allianz Capital Partner, Dws, Macquarie Infrastructure e Real Assets, Eph, Hidroelectrica, First State e la società locale Rcs & Rds. (riproduzione riservata)


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