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Enel punta 300 milioni sulle energie rinnovabili in Russia

Al via il piano di investimenti dopo la vendita di Reftinskaya Gres. Dei circa 450 milioni di euro previsti per Enel Russia, il 75% sarà destinato alle rinnovabili, che vedranno entrare in esercizio i due primi impianti eolici di Azov e Murmansk, per quei 291 megawatt, che entreranno in funzione tra quest'anno e l'anno prossimo


05/02/2020 11:19

di Angela Zoppo - Class Editori

Enel, 300 milioni sul verde in Russia

I contraccolpi operativi e finanziari su Enel per l’addio alla produzione di energia con centrali a carbone in Russia saranno compensati da una riorganizzazione all’insegna del verde, che sposterà progressivamente risorse verso le rinnovabili, come ha auspicato il ceo di gruppo, Francesco Starace.

Nell’arco del piano al 2022, il 75% dei circa 450 milioni di euro  di investimenti previsti per Enel Russiasarà destinato alle rinnovabili. I due primi impianti eolici di Azov e Murmansk, per 291 megawatt saranno installati tra quest’anno e il 2021, garantendo all'azienda russadel gruppo italiano un elevato payout.

«Questi sono progetti-chiave per i nostri asset», ha spiegato il direttore generale di Enel Carlo Palasciano Villamagna, «in linea con l’impegno di Enel Russia per un mix di generazione sostenibile, affiancando ai più recenti investimenti nelle rinnovabili il miglioramento della generazione tradizionale».

Secondo Vtb, una delle maggiori banche russe, la controllata di Enel si avvia a diventare uno dei maggiori player delle rinnovabili in Russia, un mercato che si sta aprendo solo ora alle energie verdi. Anche se nel Paese è ancora in corso il dibattito su una sorta di corsia preferenziale per le utility a maggioranza azionaria russa il governo sa che se vuole dare corso al suo piano non può escludere i grandi player esteri.

Il programma del Cremlino ha stanziato al 2050 investimenti per circa 11 miliardi di dollari nel settore.

Intanto la vendita di Reftinskaya Gres, il più grande asset a carbone di Enel Russia, ha lasciato il segno sui dati operativi della società. Il 2019 si è chiuso con un calo della produzione da 41,3 a 34,2 Gigawattora, il 17,2% in meno nel giro di un anno, concentrato nel terzo trimestre, considerando che Reftinskaya Gres è uscita dal perimetro il 1° ottobre scorso.

Ma l’esame più atteso deve ancora arrivare: la controllata russa di Enel infatti attende il verdetto delle agenzie di rating che devono decidere se confermare il merito di credito dopo la riduzione del perimetro aziendale. Ieri Moody’s ha annunciato di aver concluso il periodo di osservazione per la revisione del rating di Enel Russia, che attualmente è pari a Ba3. «La revisione è stata condotta attraverso un’analisi del portafoglio alla luce dei recenti sviluppi e di una comparazione del profilo operativo e finanziario dei peers».

L’attuale rating della società, ricorda Moody’s, riflette un rapporto tra Ffo (Funds from operations) e debito al 47,1% rilevato a metà 2019 e anche il fatto che Enel Russia è parte del gruppo Enel, che potenzialmente può assicurare un supporto operativo e di liquidità in caso di necessità. (riproduzione riservata)


 


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