Il consorzio composto da Eni, Shell, Chevron e Lukoil ha pagato 1,3 miliardi di dollari al Kazakistan per risolvere una disputa sulla compartecipazione agli utili. L'annuncio è arrivato direttamente dal Ministero dell'Energia del Paese. Le parti, come ha precisato il Ministero, hanno anche deciso che il Kazakistan riceverà una percentuale più alta degli utili futuri.
Ora andranno avanti con un progetto da 1 miliardo di dollari per prolungare il picco di produzione del giacimento di gas condensato di Karachaganak. In particolare, il governo kazako riceverà 600 milioni di dollari extra entro il 2037, a patto che i prezzi del greggio rimangano tra 40 e 50 dollari il barile. Nel 2015 il Kazakistan ha presentato un reclamo da 1,6 miliardi di dollari contro le società straniere impegnate nello sviluppo del giacimento di gas condensato di Karachaganak, sostenendo di non aver ricevuto una giusta percentuale degli utili. Dopo anni di trattative, l'accordo è finalmente arrivato.
Così sul listino milanese, complice anche il greggio Wti in rialzo dell'1,2% a 47,13 dollari al barile e il Brent sopra la soglia di 50 dollari (50,57 dollari, +1,22%) grazie all'ottimismo sui vaccini contro il Covid-19 e di conseguenza alla possibilità di una ripresa il prossimo anno, che farebbe risalire la domanda di oro nero, Eni guadagna l'1,51% a 8,941 euro anche se venerdì scorso ha annunciato le dimissioni del Chief operating officer della divisione Energy Evolution, Massimo Mondazzi.
Sarà sostituito dal suo vice, Giuseppe Ricci, a partire dal 1° gennaio. Contestualmente, Massimo Mondazzi sarà nominato nel cda della Fondazione Eni Enrico Mattei. "La mossa è una sorpresa, giunge pochi mesi dopo che Mondazzi, Cfo di lunga data, ha assunto il ruolo mentre il gruppo sta sviluppando la sua attività di soluzioni energetiche alternative", ha commentato stamani Mediobanca Securities, confermando il rating neutral e il target price a 9,50 euro sul titolo Eni.
Mondazzi è entrato in Eni nel 1992, è Cfo dal 2012 al 2020 ed è stato nominato Coo di Energy Evolution il 1° luglio di quest'anno. Mentre Giuseppe Ricci è entrato nel colosso oil nel 1985, nel 2012 ha assunto il ruolo di executive vice president health, safety, enrivonment and quality e nel 2016 è stato nominato Chief R&M officer. "Ha quindi acquisito una vasta esperienza in ambiti strategici come l'economia circolare, il downstream, l'health, la sicurezza e l'ambiente, che gli saranno molto utili nel suo nuovo ruolo", ha aggiunto Fidentiis. (riproduzione riservata)