Dopo vent’anni di investimenti il 2019 sarà ricordato come l'anno in cui l'installazione è finalmente decollata. Il merito va alla Cina. Negli ultimi dieci anni si è registrata una rapida crescita nell'installazione di impianti solari a livello globale: appena in 7 anni, dal 2011 al 2018, la capacità installata complessiva ha visto un incremento pari al 600%, passando da 70 GW agli attuali 500 GW. La capacità globale installata è ora 77 volte maggiore di quanto non fosse alla fine del 2006 (6,5 GW), secondo l'analisi effettuata da François Perrin, portfolio manager a Hong Kong di East Capital.
Nel 2018 Pechino ha assunto un ruolo guida a livello mondiale, coprendo il più grande mercato per l'installazione di energia solare per il sesto anno consecutivo, con oltre 44GW di installazioni.
Inoltre, la capacità cumulativa di generazione di energia solare nel Paese è passata da 2,1 GW nel 2011 a 175 GW alla fine del 2018, pari a un incremento annuo composto dell'88%. Una simile crescita è largamente attribuita a un contesto normativo favorevole e politiche di supporto connesse all'attuazione del piano antinquinamento China Blue Sky e ai relativi obiettivi di riduzione del PM2,5, oltre al continuo miglioramento e il declino dei costi delle tecnologie per il solare.
La grid parity è il punto in cui il costo dell'energia da fonti alternative coincide o è minore a quello dell'elettricità derivante da forme convenzionali, come i combustibili fossili. I costi associati alla generazione di energia solare sono diminuiti rapidamente negli ultimi anni grazie al progresso tecnologico e le economie di scala. Dal 2011 il costo associato ai sistemi fotovoltaici (PV) in Cina è sceso da 17,5 Renminbi/Watt a 4,5 Renminbi/Watt nel 2018, mentre il costo dei moduli fotovoltaici è calato di quasi quattro volte nel corso dello stesso periodo. Il varo della politica governativa cinese sulla parità della rete fotovoltaica nel maggio 2018 ha solo accelerato questo trend e quest'anno il costo di installazione del fotovoltaico sta raggiungendo i 4 Renminbi/Watt nel Paese.
La politica di parità di rete ha importanti implicazioni per il Dragone, e non solo, ha spiegato Perrin. Ciò ha comportato un dimezzamento dei costi di installazione negli ultimi 12 mesi, e oggi sta inoltre portando l'energia solare a ricoprire la posizione di fonte più economica in molti Paesi, al di là del carbone o di qualsiasi altra fonte convenzionale di energia primaria a emissione di carbonio.
Quest'anno la grid parity è già stata raggiunta in 10 delle 23 province cinesi, e dal 2019 in poi, anche economie emergenti, quali India, Emirati Arabi Uniti, Sud Africa e Messico e sviluppate, come l'Australia, beneficeranno dei risultati conseguiti dalla Cina nel taglio dei costi del solare, con spese di installazione per le utility inferiori al carbone. Negli Stati Uniti il solare raggiungerà la grid parity entro il 2020, in Germania e Arabia Saudita entro il 2021 e in Giappone, Regno Unito e Brasile entro il 2022.
«Dopo vent'anni di investimenti nel fotovoltaico, il 2019 sarà quindi ricordato come l'anno in cui l'installazione è finalmente decollata. Da 104 GW di capacità addizionale nel 2018, ci aspettiamo che le installazioni toccheranno 130 GW nel 2019 e 150-170 GW nel 2020. La proporzione del mercato globale del fotovoltaico che ha raggiunto la grid parity aumenterà gradualmente dal 50% segnato in questi dodici mesi a oltre il 90% nel 2022, il che rappresenta un notevole incremento» è quindi la conclusione dell'analista di East Capital
La Repubblica popolare controlla i due terzi della produzione mondiale di polisilicio, il 97% di wafer e l'82% di celle e moduli fotovoltaici messi a punto nell'area continentale, domaninando n pratica l'intera catena di valore. La leadership in termini di costi e tecnologia continuerà a essere guidata dalle società cinesi, e ci aspettiamo un'ulteriore accelerazione del consolidamento nell'ambito della grid parity.