Eni ha firmato oggi una serie di accordi con il governo egiziano, la Egyptian General Petroleum Corporation (Egpc), la Egyptian Natural Gas Holding Company (Egas) e la societa' spagnola Naturgy, che allargano in modo significativo l'operatività del gruppo petrolifero italiano nel paese, strategico nella presenza italiana in nord Africa e punto di appoggio per le Nuove Vie della seta grazie al raddoppio del canale di Suez.
Gli accordi firmati oggi aprono la strada per il riavvio dell'impianto di liquefazione di Damietta in Egitto entro il prossimo giugno. L'impianto è fermo da novembre 2012, a causo di un contenzioso giudiziario promosso dalla Segas, controllata all'80% Union Fenosa Gas jv tra gli spagnoli di Natural Gas ed Eni, e per il resto partecipata da Egpc e da Egas. Segas che aveva citato la Egas, pubblica controllata dal governo egiziiano, per un danno di 270 milioni di dollari.
La vicenda è stata oggetto di un arbitrato internazionale della World bank che ha condannato l'Egitto al pagamento di 2 miliardi di dollari, compensabili in forniture di gas, alla jv italo-spagnola. L'impianto che dovrebbe fornire il gas in buona parte allo stesso Egitto, avrebbe dovuto riaprire a fine 2019, secondo il ministro del Petrolio del Cairo, Tarek el Molla.
Con la firma dei nuovi accordi, che presuppongono un'ampia riorganizazzione societaria di Eni in Egitto, la nuova scadenza dovrebbe essere rispettata.
L'impianto di liquefazione ha una capacita' di produzione di 7,56 miliardi di metri cubi all'anno e dovrebbe essere rifornito dal gas proveniente dai campi di Zohr e Nooros, attualmente sfrutatti da Eni, sia per soddisfare la domanda di gas dell'Egitto stesso sia per l'esportazione sul mercato Gnl.
Gli accordi prevedono la risoluzione amichevole delle dispute pendenti di Union Fenosa Gas e Segas con Egas e Are e la successiva ristrutturazione societaria della stessa Union Fenosa Gas, i cui asset saranno ripartiti fra i soci Eni e Naturgy.
In particolare la partecipazione di Union Fenosa Gas nell'impianto di Damietta (80%) sara' trasferita per il 50% ad Eni e per il 30% ad Egas. Il risulante shareholding di Segas sara' quindi Eni 50%, Egas 40% e Egpc 10%.
Eni inoltre subentrera' nel contratto di acquisto del gas naturale destinato all'impianto e ricevera' diritti di liquefazione corrispondenti, aumentando cosi' i volumi di Gnl in portafoglio di 3,78 miliardi di metri cubi all'anno, che saranno disponibili su base Fob, senza restrizioni di destinazione.
Per quanto riguarda le attivita' di Union Fenosa Gas fuori dall'Egitto, Eni subentrera' nelle attivita' di commercializzazione di gas naturale in Spagna, rafforzando la sua presenza nel mercato europeo del gas. L'operazione di oggi consente di rafforzare la presenza di Eni nell'Est Mediterraneo, una regione chiave per l'approvvigionamento di gas naturale, una risorsa fondamentale per la transizione energetica.
L'efficacia degli accordi e' subordinata al verificarsi di alcune condizioni sospensive. L'accordo e' di primaria importanza per tutte le parti coinvolte e risolve tutte le dispute pendenti. In particolare, l'Egitto prosegue sul percorso di valorizzazione delle importanti risorse energetiche sviluppate nel Paese da Eni e riattiva un asset strategico per il Paese, mentre Eni completa un importante riassetto del proprio portafoglio di attivita' nell'area del Mediterraneo.