L’Etiopia ha deciso di accelerare sulla politica di costruzione di parchi industriali, destinati ad accogliere gli investimenti di imprese estere, affidando la realizzazione e il completamento di sei nuovi progetti a imprese cinesi, a cui le autorità committenti hanno chiesto la consegna entro il prossimo mese di luglio.
Lo ha dichiaro a Xinhua Lelise Neme, ceo della Ethiopia Industrial Park Development Corporation (IPDC), spiegando che i parchi industriali di Kilinto, Dire Dawa, Bole Lemi 2, Bahir Dar, Arerti e Debre Birhan verranno commissionati ufficialmente entro marzo.
I parchi industriali di Debre Birhan e Arerti, già in corso di realizzazione, verranno completati dalla China Communications Costruction Company, mentre i parchi industriali di Dire Dawa e Bahir Dar verranno assefgnati alla China Civil Engineering Costruction Corporation.
I parchi industriali di Kilinto e Bole Lemi 2 sono attualmente in costruzione dalla China Tiesiju Civil Engineering Group e dalla CGC Overseas Construction Group rispettivamente.
«L’Etiopia ha investito 1,3 milioni di dollari USA per la costruzione di una dozzina di parchi industriali, chiave strategica per sviluppare l'industria nel Paese, secondo gli ambiziosi programmi governativi,» ha spiegato Neme.
«L’Etiopia ha finora costruito e commissionato cinque parchi industriali e anticipato la commissione di altri sei parchi industriali nel 2018/2019» ha precisato ancora il funzionario etiope.
Con una popolazione di quasi 100 milioni di abitanti, un reddito pro capite (in dollari internazionali) vicino a 2.500 dollari, nel 2017, l'Etiopia è uno dei paesi che sta crescendo più rapidamente in Africa, all'8,5% all'anno sia nel 2019 che nel 2020, secondo il Fondo Monetario Internazionale. Ma è afflitto da una costante carenza di energia, che ne limita lo sviluppo industriale, nonostante la realizzazione di Gibe III, la diga più alta del mondo, sul fiume Omo, costruita da Salini-Impregilo, stia alimentando da un paio d'anni una centrale elettrica da 2 GW di potenza che ha consentito di aumentare dell'80% la produzione di energia elettrica.
Il gruppo Italiano sta lavorando a un secondo enorme sbarramento sull'Alto Nilo, la diga Grand Renaissance, che dovrebbe assicurare all'Etiopia una ulteriore capacità di produzionepari a 6GW. L'Italia è, tra l'altro, il primo paese esportatore a livello europeo in Etiopia.
«I nostri parchi industriali stanno affrontando la mancanza di fornitura elettrica. Per risolvere questo problema IPDC sta conducendo studi su come i parchi industriali possano generare in modo autonomo l’energia,» ha ammesso Meme.
Neme ha aggiunto che l’Etiopia sta lavorando per risolvere i problemi logistici delle imprese, che hanno costituito stabilimenti nei parchi industriali, fra cui l'italiana Calzedonia, che a Makallé, nel Tigray, 400 chilometri a nord di Addis Abeba, ha aperto uno stabilimento dove a regime lavorano 1.200 persone e produce soprattutto per l'esportazione.
Il governo etiope si è impegnato su un piano energetico che prevede entro il 2025 l'installazione di 13 GW di nuova capacità, di cui 10 GW di capacità idroelettrica, 1 GW di capacità eolica, 0,8 GW dal fotovoltaico, e ulteriori 0,6 GW dalla geotermia. Enel GP, uno dei leader mondiale nella produzione di energia da fonti rinnovabili, sta guardando con molto interesse agli sviluppi di questo piano, operando già nel mercato etiope su un progetto di centrale fotovoltaica da 120 milioni di investimento che produrrà 100 MW. Enel, in partiicolare, è specialista negli impianti auspicati da Meme, al servizio di specifici progetti industriali.
L’Etiopia programma di aumentare il numero dei parchi industriali operativi dagli attuali cinque a 30 entro il 2025.