Si fanno più stretti i tempi per una nuova possibile impresa internazionale di Snam. La greca Desfa, controllata per il 66% da Senfluga (Snam al 54%, Enagas e Fluxys 18% ciascuno e Damco al 10%), corre ormai da sola per la gestione quinquennale (che potrebbe salire a sette anni) da circa 90 milioni di euro del rigassificatore di Al-Zour (Kuwait) e nelle prossime settimane è attesa la aggiudicazione della gara. Una volta completato, il terminal di proprietà di Kipic (filiale di Kuwait Petroleum), che potrebbe ricevere le prime consegne di gnl già da marzo 2021, consterà di otto serbatoi e potrà contare su una capacità di rigassificazione di 15 miliardi di metri cubi, rappresentando il più grande progetto greenfield al mondo.
Qualora il deal dovesse andare in porto, il gruppo guidato dal ceo Marco Alverà si troverebbe per la prima volta a gestire un terminale di rigassificazione non di sua proprietà e soprattutto fuori dai confini nazionali, dove invece già possiede l’impianto lng di Panigaglia (La Spezia), co-controlla l’Olt di Livorno ed è azionista di quello di Rovigo.
Intanto ieri il cda del gruppo di San Donato ha rinnovato il programma Emtn (avviato nel 2012) per un controvalore massimo di 11 miliardi. Entro il 12 ottobre 2021 Snam potrebbe così emettere bond per un importo massimo di 2,72 miliardi. Nella mattinata di ieri, inoltre, il gruppo delle infrastrutture gas è finito sotto la lente di Barclays in vista del Capital Market Day del 25 novembre.
Secondo gli esperti, Snam potrebbe rialzare i piani di capex in risposta ai piano di stimolo green dell’Ue. In aggiunta Barclays ha aumentato le previsioni di utile per azione da 0,32 a 0,33 euro per azione nel 2020 e da 0,33 euro a 0,34 euro per azione nel 2021, «in scia a un ebitda più elevato delle attività non regolamentate». Di conseguenza gli esperti hanno aumentato il target price da 4,9 a 5 euro. «Snam rimane il nostro player preferito in Europa per quanto riguarda l’idrogeno» hanno concluso da Barclays. (riproduzione riservata)