I piani di crescita di Snam procedono spediti avvicinando la società verso un nuovo obiettivo in Medio Oriente. Il gruppo guidato dal ceo Marco Alverà potrebbe essere più vicino all’acquisto del 49% dei gasdotti di Adnoc, la compagnia energetica statale di Abu Dhabi. Snam è parte di una cordata di fondi capitanata da Global Infrastructure Partners (Gip) e Brookfield Asset Management, in cui sono presenti anche il fondo pensionistico degli insegnanti dell’Ontario, il fondo sovrano di Singapore Gic e la sudcoerana NH Investment & Securities Co. QWuindi Snam è l'unico partmner industriale della cordata.
L’intero asset secondo alcune stime sarebbe valutato tra 15-20 miliardi di dollari, per cui il valore della quota messa in vendita dovrebbe aggirarsi intorno agli 8 miliardi. Lo schema dell’operazione però conta su un mix tra la parte di equity e di debito, con quest’ultimo che occuperebbe una fetta importante.
Per questo motivo l’investimento in equity, considerando la suddivisione tra i vari membri del consorzio, potrebbe aggirarsi nell’ordine di alcune centinaia di milioni ciascuno. Un aspetto non da poco perché garantisce al gruppo di Alverà una solida struttura finanziaria e di mantenersi in linea con il profilo rischio/rendimento dell’investimento, da sempre uno dei punti guardati con maggiore attenzione da Snam.
Al contempo, l’eventuale operazione si inscrive all’interno del piano industriale, che pone un forte accento sul m&a estero, e rappresenta per il gruppo di San Donato anche la possibilità di entrare in un mercato interessante che al core business sta affiancando una forte spinta alle energie rinnovabili.
Le parti interessate, interpellate, non hanno voluto commentare ma secondo alcune fonti Adnoc sarebbe disposta a firmare la cessione fra qualche settimana o al massimo entro la fine del mese. Del possibile interesse di Snam se n’era già parlato a marzo. In quell’occasione non erano mancati i commenti positivi degli analisti.
In particolare, Banca Imi aveva visto con favore l’operazione sottolineando che «la mossa rappresenta un’opportunità per il gruppo Snam». Tra i punti a favore, gli esperti dell’investment bank avevano evidenziato che «la società può acquistare un asset che produce utili garantiti per decenni, inoltre tali asset fanno parte del core business di Snam».
Il valore geo-strategico per l'Italia dell'operazione è elevato, soprattutto dopo che Eni è diventato un partner privilegiato della società emiratina, che insieme al Qatar, detiene le maggiori riserve di gas del pianeta. Se l'operazione, come il mercato di aspòetta, andrà in porto, l'industria italiana diventerà uninterlocutore fondamentale nei piani di sviluppo non solo nell'Emirato, ma nell'intera economia del Golfo, dove sono previsti investimenti colossali nei prossimi anni per sviluppare infrastrutture civili e servizi. (riproduzione riservata)