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Azienda Finanza

Cina, 400 miliardi di tagli alle tasse. Hong Kong fa +3,15%

In una riunione del Consiglio di Stato presieduta dal premier, Li Keqiang, il governo ha iniziato a delineare il sostegno economico e fiscale al Paese annunciato la scorsa settimana dal vice premier, Liu He. Previsti 157 miliardi di rimborsi fiscali rivolti alle piccole e medie imprese


22/03/2022 12:31

di Elena Dal Maso - Class Editori

Cina

Grazie all'intervento deciso del governo cinese la scorsa settimana dopo due giorni di fortissime vendite sui mercati, con la promessa di un piano a sostegno dell'economia e dei listini, l'Hang Seng ha cambiato decisamente rotta. Il listino di Hong Kong, sotto stress a causa della stretta normativa sui titoli tech e dell'immobiliare, oggi ha chiuso in rialzo del 3,15%. Da inizio anno è in rosso per il 6% circa, ma il Ftse Mib nello stesso arco temporale ha perso l'11,6%. Oggi ha aiutato anche l'annuncio di Alibaba, che ha lasciato sul terreno il 52% nel corso dell'ultimo anno, di un gigantesco buyback da 25 miliardi di dollari, come fece Google nell'estate del 2019.

Il governo cinese ha detto che farà un passo avanti nel sostegno politico all'economia e al mercato dei capitali. In una riunione del Consiglio di Stato presieduta dal premier, Li Keqiang, Pechino ha chiesto l'adozione di strumenti di politica monetaria per sostenere l'espansione del credito a un ritmo stabile, secondo quanto scrive l'agenzia di stampa Xinhua. Le autorità hanno anche promesso di "mantenere in essere politiche che possono sostenere l'economia ed evitare misure che possono ferire il sentiment nel mercato dei capitali".

Pechino ha, inoltre, annunciato 2.500 miliardi di yuan (393,3 miliardi di dollari) di tagli alle tasse questo mese, è il quinto anno di riduzioni, che con il 2022 salgono nel complesso a oltre 9.700 miliardi di yuan, oltre 1.500 miliardi di dollari. Al termine del Congresso nazionale del popolo, lo scorso 11 marzo, il premier Li Keqiang aveva definito i tagli alle tasse il modo migliore per stimolare la crescita, paragonandoli a "fertilizzanti applicati direttamente alle radici" dell'economia. "Gli sconti fiscali sembrano riduzioni ma in realtà sono un'aggiunta. Oggi dai indietro, domani ottieni di più in cambio", ha commentato Li, alludendo al concetto secondo cui i tagli alle imposte generano un aumento del gettito fiscale complessivo grazie ai maggiori consumi attesi.

I sostenitori dell'economia ipotizzano che consentire alle società di alzare i profitti permetta nel contempo di aumentare gli investimenti e ampliare la produzione. I vantaggi si estendono a lavoratori e consumatori sotto forma di aumento delle assunzioni e prezzi più bassi. Ma diversi economisti, fra cui il team di analisti di Bloomberg, ritiene che "i tagli alle tasse possano alimentare debiti insostenibili e spesso portano a investimenti dispendiosi e che il sostegno fiscale sarebbe più mirato alle famiglie che alle imprese". In Cina il gettito fiscale ammontava al 21% del reddito interno lordo prodotto nel 2021, ben al di sotto della media del 34% per i membri dell'Organizzazione della Cooperazione e dello Sviluppo Economico.

"Dovremmo gestire correttamente i problemi legati al funzionamento del mercato dei capitali secondo i principi del mercato e delle regole internazionali, oltre a creare un ambiente stabile, trasparente e un ambiente di sviluppo prevedibile per gli investitori", ha spiegato il governo in una nota. La dichiarazione è arrivata una settimana dopo che il vicepremier, Liu He, braccio destro del presidente, Xi Jinping, ha promesso di stabilizzare i mercati interni, allentare la stretta normativa sul settore immobiliare e sulla tecnologia e stimolare l'economia. La seconda economia più grande al mondo è sotto pressione dalla fine del 2021, fra la persistente crisi del mercato immobiliare (indotta dal governo per abbassare la leva dei gruppi molto indebitati, come Evergrande) e l'ultima ondata di Covid-19 che ha mandato in lockdown quasi 50 milioni di persone, anche nel distretto produttivo di Shenzhen.

Dal canto suo, la Banca popolare cinese ha tagliato lo scorso anno a luglio e dicembre il coefficiente di riserva obbligatoria alle banche (RRR, reserve requirement ratio). Il Consiglio di Stato, nel suo piano, non ha fatto specifico riferimento a questo tipo di sostegno, ma ha citato rimborsi fiscali rivolti alle piccole e medie imprese per 1.000 miliardi di yuan (157 miliardi di dollari). "Questo fatto suggerisce che un taglio delle riserve bancarie potrebbe non essere previsto per ora", ha spiegato Bruce Pang, responsabile della strategia e della ricerca macro presso China Renaissance Securities a Hong Kong, aggiungendo che la PboC userà "probabilmente strumenti strutturali e mirati". (riproduzione riservata)


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