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Cina e India mercati chiave nel piano Generali di Caltagirone

Il piano "Awakening the lion" punta alla razionalizzazione della presenza geografica, con focus sui mercati che assicurano crescita e redditività a medio e lungo termine. Secondo Costamagna, candidato alla presidenza, in Cina la compagnia ha perso molte quote di mercato


25/03/2022 11:12

di Mauro Romano

Francesco Gaetano Caltagirone

Razionalizzazione della presenza geografica, con focus sui mercati che assicurano crescita e redditività a medio e lungo termine. È quanto prevede il contro-piano "Awakening the lion" messo a punto dal gruppo Caltagirone per le Generali, sottolineando l'attuale "presenza geografica altamente frammentata che sulla base costi crea grande complessità manageriale".

Revisione approfondita della presenza geografica, spiega, finalizzata a liberare risorse da reinvestire in crescita organica (e non) in mercati ad alto potenziale connotati da forte attrattività finanziaria. Consolidamento della leadership in Italia, Francia e Germania, crescita nell'est Europa, Cina e India e sviluppo della presenza in Usa soprattutto in ambito asset management.

Sul tema dell'espansione in Cina è intervento anche Claudio Costamagna, candidato alla presidenza per la lista Caltagirone. «L'esempio della Cina è esemplificativo: Generali è entrata per prima in Cina nel 2002 e ora è la 5a o 6a, è stata superata da tutti gli altri. Io non ho la spiegazione di questo perchè non c'ero, però qualcosa è andato storto», ha dichiarato l'ex presidente di Cdp.

«Secondo noi questo declino va molto in la' nel tempo. Se prendiamo la performance di Generali degli ultimi sei anni, quindi del periodo in cui c'e' stato Donnet, il total shareholder return e' stato del 74%, superiore a quello di Axa (52%), ma decisamente inferiore a quello di Allianz dell'84% e soprattutto a quello di Zurich che è del 170%», ha detto ancora Costamagna, «ma se si togliesse il 2021 da questa analisi, il rendimento per gli azionisti sarebbe del 33%, rispetto a una media dei competitor del 73%, quindi meno della meta».

Il piano ideato dal costruttore romano per il Leone di Trieste fa leva su cinque linee di intervento e punta in particolare a circa 4,2 miliardi di utili nel 2024, con un tasso medio annuo di crescita (cagr) dell'utile per azione (eps) nel periodo 2021-2024 stimato superiore al 14% attraverso interventi di carattere organico e non organico (eps cagr 2021-2024 organico oltre l'11%); generazione di cassa cumulata disponibile per circa 9,5-10,5 miliardi nel periodo 2022-2024; circa 1,5-1,6 miliardi di investimenti in trasformazione digitale e tecnologica. C'è poi l'obiettivo di riduzione costi annui fino a circa 0,6 miliardi con un cost/income del 55%. Confermati poi i dividendi previsti dall'Investor Day del 15 dicembre per il triennio 2022-2024, come anche il riacquisto di azioni.

Il piano mira a un efficientamento dei costi centrali e amministrativi, con l'attivazione immediata di un crash program basato sulla semplificazione della struttura di holding, sulla semplificazione della struttura organizzativa, sull'efficientamento delle funzioni "non-business", sul consolidamento dei processi IT e sulla fidelizzazione dei talenti. L'obiettivo è di portare il cost/income ratio dall'attuale 64% circa a circa il 55% facendo di Generali un benchmark nella gestione dei costi. (riproduzione riservata)


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