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Azienda Finanza

Cina, stima al rialzo, fino all'8%, per l'economia nel 2021

La previsione è della svizzera Union Bancaire Privée che ha rivisto i numeri sulla base dell'andamento del terzo trimestre con il pil che ha segnato +4,9% su base annua. Un fattore chiave della crescita sarà la strategia della doppia circolazione, che spingerà i consumi interni, dicono gli analisti


20/11/2020 11:45

di Diana Bin e Pieremilio Gadda - Class Editori

settimanale

La Cina potrebbe essere l’unica tra le grandi economie mondiali a chiudere il 2020 con un Pil in crescita. Domata la pandemia di coronavirus, Pechino ha chiuso il terzo trimestre con un Pil in rialzo del 4,9% su anno, mentre la produzione industriale è salita a ottobre del 6,9%. Numeri incoraggianti, che hanno spinto gli analisti di Union Bancaire Privée, una delle principali private bank della confederazione, a “rivedere al rialzo le stime sul pil per il 2021 all'8%”, segnala Carlos Casanova, senior economist Asia della società svizzera. In questa cornice, la Cina ha rivelato i punti chiave del suo 14° Piano quinquennale e gli obiettivi a lungo termine al 2035.

Per quanto riguarda il pil, non è stato annunciato alcun target specifico al 2035: il focus è posto più sulla qualità che sulla quantità della crescita. Tuttavia – rileva Casanova – è improbabile che la crescita numerica venga persa di vista, dal momento che “la Cina deve continuare ad espandere la sua economia per evitare di cadere nella trappola del reddito medio”.

Ma è forse la “doppia circolazione” il punto cruciale della strategia cinese: essa punta a spingere significativamente i consumi interni entro il 2035, rendendoli una fonte di crescita globale e a diventare leader nel settore della tecnologia grazie all’innovazione interna. Ciò non implica uno stop sul fronte delle aperture e delle riforme, che proseguiranno in modo mirato – con un’attenzione principale all’iniziativa legata alla “nuova via della Seta”. Tra l’altro, la Cina ha appena firmato con 14 Paesi il più grande patto commerciale del pianeta - rappresenterà il 30% dell'economia e della popolazione globale.

Infine, il piano cinese punta a raggiungere la neutralità climatica entro il 2060. Certo, rileva il gestore, nello scenario descritto non mancano i rischi: “le fragilità strutturali della Cina sono aumentate in seguito alla pandemia a causa dell'aumento della leva finanziaria delle imprese. Inoltre, è improbabile che le tensioni geopolitiche si dissipino da un giorno all'altro, nonostante gli ultimi risultati elettorali negli Usa”.

Cosa significa per gli investitori? “I settori orientati al mercato interno saranno i maggiori beneficiari del nuovo piano quinquennale e della 2035 Vision”, osserva Casanova. “Le preferenze degli investitori continuano ad andare ai titoli growth, portando l’MSCI China a crescere dell'8% in ottobre, recuperando del 50% dai minimi di marzo. Avvicinandoci al primo semestre 2021, è probabile che la graduale rotazione verso titoli quality growth continuerà, con una maggiore attenzione ai consumi”. A subire venti contrari saranno invece, probabilmente, i cosiddetti “ritardatari ciclici”: vecchie infrastrutture (cemento, costruzioni, macchinari), finanziari, compagnie aeree, utility ed energia.

Infine, sul fronte dei titoli di Stato, “la politica monetaria della PboC ha portato sostanzialmente a tassi di interesse nominali positivi. Insieme alla stabilizzazione dell'inflazione, questo dovrebbe continuare a sostenere i flussi”, conclude il gestore. (riproduzione riservata)


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