Nell'ultimo anno la Cina ha contribuito più di altri Paesi (+34,9%) alla crescita dell'export italiano. Il dato emerge dall'ultima analisi Istat sui flussi commerciali verso l'estero. A novembre 2020, l’export torna a registrare una crescita su base annua (+1,1%, da -8,4% a ottobre) dovuta, in particolare, all’incremento delle vendite verso i mercati extra Ue (+2,0%) mentre quello verso l’area Ue è contenuto (+0,3%). L’import segna una flessione in marcata attenuazione (-3,2%, era -8,2% a ottobre).
Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+15,3%), autoveicoli (+26,9%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,7%), sostanze e prodotti chimici (+6,2%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+2,1%) e apparecchi elettrici (+6,5%). In calo su base annua prodotti petroliferi raffinati (-51,6%), articoli di abbigliamento, anche in pelle e pelliccia (-17,9%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-12,3%).
A novembre 2020 si stima una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le esportazioni (+4,0%) che per le importazioni (+3,3%). L’aumento su base mensile dell’export è dovuto all’incremento delle vendite sia verso l’area Ue (+4,8%), di maggiore entità, sia verso i mercati extra Ue (+3,2%).
Nel trimestre settembre-novembre 2020, rispetto al precedente, l’export aumenta del 7,6%; a contribuire, per circa 6 punti percentuali, è il forte incremento delle vendite di beni strumentali e beni intermedi verso entrambi i principali mercati di sbocco, Ue ed extra Ue. Nello stesso periodo, l’import cresce del 6,3%.
"Trascorsi dieci mesi dall'avvio del Patto per l'export, un altro risultato importante, frutto delle straordinarie capacita' dei nostri imprenditori, ma anche delle risorse investite dalla Farnesina e dal governo". Lo dichiarano in una nota congiunta le deputate e i deputati del Movimento 5 Stelle delle commissioni Attivita' Produttive ed Esteri. "Si tratta di un segno piu' per il commercio estero italiano che va in controtendenza rispetto alla crisi generale"
Intanto, come rileva Standard & Poor's, i consumatori in Cina sono ancora cauti e le condizioni finanziarie sono rimaste restrittive alla fine del 2020. Ciò non dovrebbe far deragliare la ripresa, ma ne frenerà lo slancio", afferma Shaun Roache, Asia-Pacific Chief Economist. Per lo stesso governo cinese la ripresa "non è ancora solida" ed è "instabile e sbilanciata". La previsione di crescita del 7% per il 2021 di S&P "è nella parte bassa della forchetta del consenso. Rischi al rialzo derivano principalmente dalla possibilita' di un obiettivo di crescita ufficiale piu' vicino all'8%, il che implica di piu' stimolo", conclude Roache. (riproduzione riservata)