Cina e Paesi dell'Asean sono, " a tendere", i mercati con le maggiori prospettive di crescita, cui l'export italiano deve guardare. "È importante non lasciare alla Cina le relazioni economiche con i Paesi africani", spiega ancora il presidente dell'Ice, Carlo Ferro, in un'intervista a Class Cnbc pubblicata su MF-Milano Finanza.
I 516 miliardi di export dello scorso anno "sono un record", sottolinea ancora, "rappresentano non solo una crescita di sette punti e mezzo sui livelli pre pandemia, ma anche la migliore performance fra i dieci Paesi industrializzati dopo Cina, India e Corea del Sud. Meglio quindi di Usa, Francia, Germania e Regno Unito." Pure il 22% di crescita di questi sei mesi è importante e ha ancora un importante effetto volume, un paio di punti percentuali di crescita. Sono dati che danno la consapevolezza della forza delle imprese italiane.
Quanto al futuro, aggiunge Ferro, "dobbiamo mettere le imprese nella condizione di espletare il portafoglio ordini, intenso, che hanno". Dal punto vista operativo questo vorrà dire impedire interruzioni alla produzione. "Ma anche sul versante economico: è necessario intervenire sulla dissociazione fra il prezzo dell'energia e quello del gas".
Guardando ai settori che trainano l'export, metallurgia, meccanica, chimica e agroalimentare sono sul podio per la maggiore crescita nel 2021 rispetto al 2019. "Alla fine dell'anno scorso quasi tutti i comparti avevano superato i livelli di export pre pandemia. Nel primo trimestre di quest' anno lo ha fatto anche la moda", sottolinea il numero uno dell'Ice.
Per Ferro il successo del Made in Italy sui mercati internazionali è legato all'innovazione e alla competitività. "Le aziende italiane hanno la capacità di fornire soluzioni avanzate e flessibili. Quindi suggerirei di continuare a investire in ricerca, di mantenere il focus sui clienti e guardare ai mercati esteri. Le imprese grandi e medie sono attrezzate per farlo. Per quelle piccole e micro il supporto del sistema Paese può essere importante. Non solo per aiutarle a guardare a nuovi mercati, ma anche per affrontarli con nuovi approcci, per esempio quelli digitali". (riproduzione riservata)