MENU
Azienda Finanza

Fondi, la Cina torna a rendere, i mercati premiano gli investitori

Classifiche Fida: hanno brillato anche le strategie impostate su dollaro e bond Usa. Soffrono metalli preziosi e fintech. Nel trimestre quelli dedicati ai mercati del Dragone hanno guadagnato fino all'8,6%


02/08/2022 11:08

di Marco Capponi - Class Editori

Cina

Dopo oltre un anno di vacche magre i mercati azionari cinesi tornano a premiare gli investitori, che hanno deciso di scommettere sui fondi dedicati. Ad affermarlo è la rilevazione delle performance trimestrali di fondi ed Etf fornita dalla società di analisi dati Fida, che mostra come tra aprile e giugno i fondi azionari sulla Cina si siano aggiudicati la medaglia d'oro dei rendimenti, arrivando all'8,6%, seguiti a ruota (+7,9%) dai comparti che investono nella A Shares cinesi, ossia i titoli denominati in renminbi di società con sede nel Paese, negoziati sulle borse di Shanghai e Shenzhen. Nel periodo considerato l'indice Csi 300, che riunisce i titoli a maggiore capitalizzazione dei due listini, è cresciuto del 6,2%, permettendo ai fondi dedicati di sovraperformare le altre categorie di investimento in un contesto di mercato particolarmente negativo per le piazze occidentali, spinte al ribasso da inflazione, strette delle banche centrali, guerra in Ucraina e rischio recessione.

Non stupisce poi trovare in cima al ranking due tipologie di prodotti che hanno beneficiato dell'inasprimento monetario da parte della Federal Reserve con conseguente rafforzamento del dollaro. I fondi monetari sulla valuta americana hanno messo a segno nel secondo trimestre una performance del 6,7%, che da inizio anno passa all'8,4%, perfettamente in linea con la crescita del biglietto verde sull'euro. La parità del tasso di cambio, raggiunta a luglio, lascia ipotizzare che la performance estiva di questi comparti possa proseguire in linea con il semestre precedente. Altra categoria che ha goduto del mix di dollaro forte e tassi più alti è quella degli obbligazionari governativi Usa con scadenze medie e brevi, che occupa la quarta posizione nel ranking Fida (+6%).

Più in generale, il periodo tra aprile e giugno è stato negativo per la quasi totalità delle categorie prese in esame: tutte quelle azionarie settoriali hanno chiuso il trimestre in rosso, e per quelle geografiche, con l'eccezione della già citata Cina, di Hong Kong e dell'Indonesia, la contrazione ha riguardato più del 90% delle aree. Lato reddito fisso, a salvarsi dal segno meno è stato soltanto il 14% delle categorie in esame. Ad aggiudicarsi la maglia nera sono stati in particolare tutti quei comparti che investono in metalli preziosi e minerali, con ribassi compresi tra il 23% e il 29%. A incidere sulle performance c'è stata la forte flessione dell'oro, anch'essa conseguente allo speculare rafforzamento del dollaro (i due beni rifugio si muovono spesso con dinamiche di segno opposto): il metallo giallo nel secondo semestre ha perso il 7,5%, per poi proseguire l'indebolimento nel mese di luglio. Debole anche tutto il mondo delle nuove frontiere tecnologiche, con fintech, intelligenza artificiale e robotica che hanno registrato flessioni comprese tra il 18% e il 24%.

Allargando il raggio d'azione al primo semestre dell'anno si nota invece l'incidenza sui comparti d'investimento delle dinamiche macroeconomiche in atto da gennaio e, ancora di più, dallo scoppio della guerra in Ucraina. I fondi a ritorno assoluto sulle materie prime (+21,4%), le commodity (+21,1%) e i settoriali sull'energia (+20,3%) occupano le prime tre posizioni del ranking a sei mesi, pur mostrando tutti performance negative nel mese di giugno. Di fatto, la corsa dei primi mesi dell'anno di queste categorie è stata talmente forte che nemmeno la parziale frenata di inizio estate ha contribuito a intaccare il loro posto in graduatoria.

Se sul lato dei fondi le variazioni tra trimestre e semestre sono più marcate, le categorie degli Etf censite da Fida hanno mostrato maggiore omogeneità. Il petrolio, campione assoluto dei sei mesi con una performance superiore al 66%, si è aggiudicato la terza piazza nel trimestre segnando un +9,4%. Sorte analoga per le commodity agricole e per i replicanti monetari focalizzati sul dollaro americano e sulle obbligazioni governative Usa con bassa duration. Infine, i prodotti con esposizioni short sull'azionario hanno messo a segno performance a doppia cifra, tra il 16% e il 23%, su entrambi gli orizzonti considerati. (riproduzione riservata)


Chiudi finestra
Accedi