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Geraci: l'Aiib, banca per le infrastrutture, investirà in Europa

Nel corso del Bo'ao Forum, la Davos d'Oriente, il sottosegretario allo Sviluppo economico ha avuto un colloquio con Jin Lijun, presidente della Banca asiatica d'investimento per le infrastrutture. Il top manager ha chiarito che l'istituto multilaterale può finanziare progetti in tutti Paesi membri. Tra questi, con il 2,7% del capitale, c'è anche l'Italia.


28/03/2019 20:33

di Mauro Romano - Class Editori

Geraci: l'Aiib può investire in Europa
Jin Lijun e Michele Geraci

La Banca asiatica d'investimento per le infrastrutture potrà investire anche in Europa. A dirlo in un tweet è il sottosegretario allo Sviluppo economico, Michele Geraci,  che nel corso del Bo’ao Forum, la Davos Oriente sull’isola cinese di Hainan, ha avuto modo di incontrare il presidente dell’istituto multilaterale, Jin Liqun.

La collaborazione con l’Aiib, cui l’Italia ha aderito nel 2015 assieme a Regno Unitio, Germania e Francia, e della quale detiene il 2,7% del capitale, è uno dei punti principali del Memorandum d’intesa per la collaborazione sino-italiana lungo la nuova Via della Seta, siglato lo scorso 23 marzo, in occasione della visita in Italia del presidente Xi Jinping.

Al paragrafo due del documento è scritto nero su bianco che Italia e Cina: “si adopereranno congiuntamente nell’ambito della Banca asiatica d’investimento per le infrastrutture (AIIB), al fine di promuovere la connettività, in conformità con gli scopi e le funzioni della Banca”.

Un passaggio letto dal Financial Times come un modo per far digerire ai partner europei la firma dell’intesa e scacciare i timori sui finanziamenti in arrivo dalla Cina, in quanto l’istituto multilaterale è conforme alle norme comunitarie e agli standard internazionali.

La banca con sede a Pechino, certificata con una tripla A da Moody’s, Fitch e S&P, è considerata fin dalla sua nascita il braccio finanziario della Belt & Road Initiative, assieme al Silk Road Fund. Una definizione che, tuttavia, i funzionari tendono a rigettare, presentando l’istituto come una organismo finanziario sul modello della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) o come la Banca asiatica per lo sviluppo (Adb) a guida giapponese. 

Nel corso degli anni, pur scontando difficoltà di reclutamento di personale, l’Aiib si è inoltre proposta come veicolo non concorrenziale rispetto agli organismi già esistenti. Lo scorso autunno il presidente della Bers, Suma Chakrabarti, ha rimarcato la partnership tra i due istituti così come con tutti gli organismi multilaterali, ricordando come assieme abbiano già cofinanziato due progetti uno infrastrutturale e una sul gas. A metà marzo risale invece l’accordo quadro di cofinanziamento firmato da Jin con il suo omologo all’Adb, Takehiko Nakao, che fa seguito alla collaborazione per fornire finanziamenti utili alla realizzazione di cinque progetti in Bangladesh, in Georgia, in India, in Myanmar e in Pakistan.

Resta da chiarire lo spazio d’azione dell’Aiib in Europa. A colloquio con Geraci il presidente Jin ha spiegato che la banca può investire anche nei Paesi membri. Sul sito dell’istituto, però, si legge che i progetti fuori dall’Asia devono avere un “chiaro beneficio” per la regione.


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