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I regolatori agli istituti cinesi: aumentate i prestiti

La crescita dei prestiti in Cina si è fortemente indebolita ad aprile al livello più basso degli ultimi cinque anni, con i mutui in contrazione a causa dei lockdown protratti e del crollo del mercato immobiliare che hanno frenato la domanda di erogazioni.


26/05/2022 14:38

di Elena Dal Maso - Class Editori

bankfochina

I mercati si aspettavano ulteriori stimoli da Pechino dopo il taglio dei tassi a cinque anni la scorsa settimana, in modo da frenare il rallentamento dell'economia, attraverso canali sia monetari che fiscali. Secondo quanto scrive Caixin, in effetti, la Banca centrale cinese (PboC) e l'autorità di regolamentazione hanno convocato a inizio settimana i grandi istituti del Paese chiedendo loro di aumentare i prestiti alle piccole imprese, ai progetti sostenibili, al rinnovamento tecnologico, alla fornitura di energia e alle infrastrutture. Le autorità hanno citato la crescente pressione al ribasso sull'economia e invitato il sistema finanziario a rafforzare il sostegno alle imprese.

La crescita dei prestiti in Cina si è fortemente indebolita ad aprile al livello più basso degli ultimi cinque anni, con i mutui in contrazione a causa dei lockdown protratti e del crollo del mercato immobiliare che hanno frenato la domanda di erogazioni. L'economia ha subito un duro colpo quest'anno quando le autorità hanno avviato i lockdown, a partire da Shanghai (la megalopoli forse vede riaprire le attività a giugno) che ha provocato un forte rallentamento della produzione, dei servizi e della crescita delle esportazioni.

Il pil cinese è cresciuto del 4,8% su base annua nel primo trimestre, battendo le aspettative. Ora, però, gli economisti prevedono che la Cina mancherà il suo obiettivo di crescita annuale del pil di circa il 5,5%. Goldman Sachs Group ha recentemente ridotto al 4% la previsione di crescita per il 2022, Bloomberg Intelligence l'ha tagliata addirittura al 2%.

E infatti ieri il Premier Li Keqiang ha spiegato che l'economia cinese sta peggio di una «certa misura» rispetto al 2020, quando è emersa la pandemia. Ora, ha aggiunto il politico, bisogna lavorare per ridurre il tasso di disoccupazione. «Gli indicatori economici in Cina sono diminuiti in modo significativo e per alcuni aspetti... le difficoltà ora sono maggiori rispetto a quando l'epidemia ci ha colpito gravemente nel 2020», ha detto Li dopo un incontro con le autorità locali, le società in mano allo Stato, i manager del settore immobiliare e le società finanziarie per discutere su come stabilizzare l'economia.

Li ha incitato i funzionari per assicurarsi che il tasso di disoccupazione cali e che l'economia «si muova in un range ragionevole» nel secondo trimestre di quest'anno, hanno scritto i media locali. All'inizio di maggio, ha avvertito Li, la situazione occupazionale si è trovata in una situazione «complicata e grave» dopo la pubblicazione del dato sulla disoccupazione salita al 6,1% ad aprile, il dato più alto da febbraio 2020. (riproduzione riservata)


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