Industrial and Construction Bank of China si muove a favore delle imprese esportatrici colpite dalle ricaduta economiche del coronavirsu, anche quelle a controllo straniero. Il più grande istituto di credito al mondo per totale di attivi ha siglato un accordo con il ministero cinese del Commercio con l'intento di sostenere gli scambi transforntalierie e limitare gli effetti della pandemia.
Nel quadro dell'intesa Icbc, secondo quanto riporta uno stringato comuicato del ministero, rafforzerà l'erogazione di credito e metterà a disposizione delle aziende la nuova piattaforma integrata per l'accesso a finanziamenti e i servizi di clearing e trading.
"Lavoriamo affinché investimenti e commercio con l'estero abbiano stailità così da vincece la sfida per mettere sotto controllo l'epidemia e allo stesso tempo garantire l'economia e lo sviluppo", prosegue la nota.
L'iniziativa rientra nell'ambito delle misure per assicurare all'export del Dragone la ripresa. In questa direzione va la scelta della Safe, l'amministrazione centrale per la gestione delle riserve in valuta estera, di permettere alle aziende di utilizzare anche capitali raccolti all'estero per pagamenti interni.
Nel mezzo della crisi la Cina intende ritagliarsi un ruolo di garante delle catene di approvvigionamento globali. A marzo, peraltro, dopo i crolli dei primi due mesi i flussi commerciali hanno registrato un miglioramento. Circa il 76% dei principali esportatori cinesi è tornato al 70% della propria capacità produttiva, ha spiega la scorsa settiamana Gao Feng, portavoce del ministero del Commercio, nel ribadire che il governo lavorerà per supportare le aziende e limitare l'impatto del virus.
Intanto l'attenzione si concentra sulle pmi. Come segnala l'agenzia MF-Dowjones, le aziende del retail, della logistica, del settore alberghiero, di quello turistico e del ride-hailing potranno richiedere prestiti che saranno finanziati dal governo stesso I tassi di interesse addebitati su questi prestiti saranno inferiori di 150 punti base rispetto a quelli di riferimento. Pechino coprirà la parte restante dei costi. L'esecutivo cinese ha anche deciso di aumentare il tetto di questi prestiti a 200.000 yuan (28.298 dollari) rispetto al limite precedente di 150.000 yuan.
Nelle ultime settimane a People's bank of China si è mossa per permettere agli istituti di credito di liberare liquidità per l'economia reale. La PboC intende inoltre usare un coefficiente di riserva mirato e meccanismi di rifinanziamento per sostenere le Pmi fornendo liquidità a lungo termine alle banche. I finanziamenti in essere alle microimprese sono aumentati del 23,6% alla fine di marzo rispetto a un anno fa, superando la crescita complessiva dei prestiti e invertendo il trend in discesa dei primi due mesi dell'anno. (riproduzione riservata)