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Azienda Finanza

Il 23% delle aziende Ue in Cina riconsidererà gli investimenti

Il dato emerge da un sondaggio della Camera di commercio dell'Unione europea in Cina tra i suoi 372 membri. Il Pmi China General Services elaborato da Caixin è sceso a quota 36,3 ad aprile dal livello di 42,0 a marzo, il secondo mese consecutivo di contrazione (solo sopra 50 vi è crescita) causato dalle forti misure di contenimento del Covid


05/05/2022 12:04

di Mauro Romano - Class Editori

Joerg Wuttke
Joerg Wuttke, presidente della Camera di commercio dell'Unione europea in Cina

Il 23% delle imprese europee in Cina è pronto a rivedere gli investimenti attuali o pianificati. Il dato emerge da un sondaggio della Camera di commercio dell'Unione europea in Cina tra i suoi 372 membri. "Gli investimenti delle società europee in Cina sono già sospesi poiché il Paese mantiene la sua politica di tolleranza zero nei confronti del Covid-19", afferma il presidente dell'ente Joerg Wuttke.

"Le cose che dovrebbero accadere vengono ritardate o non saranno prese in considerazione", ha aggiunto sottolineando che queste decisioni vengono prese nelle sedi aziendali in Europa.

Di certo nella Repubblica popolare inizia a emergere un dibattito sulla strategia Covid Zero, anche in considerazione dei risvolti economici. Il Pmi China General Services elaborato da Caixin è sceso a quota 36,3 ad aprile dal livello di 42,0 a marzo, il secondo mese consecutivo di contrazione (solo sopra 50 vi è crescita) causato dalle forti misure di contenimento del Covid in oltre 40 grandi città che pesano per il 40% del Pil del Paese. Si tratta anche del calo più netto del settore dall'inizio della pandemia, nel febbraio 2020, con i nuovi ordini che si sono ridotti al secondo tasso più alto dall'inizio del sondaggio nel novembre 2005.

A questo si aggiunga che l'occupazione si è contratta per il quarto mese consecutivo, nonostante la lettura mostri solo un calo marginale. Per quanto riguarda l'inflazione, i costi (per erogare i servizi) sono aumentati a causa del continuo rialzo delle materie prime, del carburante e della spesa per le misure di protezione dalla pandemia. Infine, la fiducia è leggermente migliorata, sulle attese che i focolai sarebbero stati tenuti sotto controllo.

"L'ampiezza dell'impatto delle politiche Covid-zero della Cina sull'economia interna è stata evidenziata questa mattina quando il Pmi Caixin servizi di aprile ha registrato il secondo più grande calo mai registrato", commenta Jeffrey Halley, analista di mercato senior di Oanda. L'esperto sottolinea come "la Cina sta ancora inasprendo le restrizioni a Pechino e le sta estendendo altrove mentre la sua politica di zero-Covid continua a pesare sull'economia interna e ad esacerbare i problemi della catena di approvvigionamento a livello internazionale". (riproduzione riservata)


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