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Azienda Finanza

Il grande bluff dei Jindong manda a picco il gruppo Suning

Un reportage di Caixin, giornale economico cinese, ricostruisce come i proprietari dell'Inter hanno portato alla crisi di liquidità il gruppo di Shenzhen attivo nella grande distribuzione. Per salvarlo sono intervenute due finanziarie statali, ma non basterà ancora per ripagare i debiti, dicono gli analisti


23/03/2021 18:51

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Zhang Jindong e il figlio Steven, presidente dell'Inter

Suning, che in Italia è un gruppo conosciuto soprattutto perché controlla la squadra di calcio dell'Inter, è stata a lungo una delle corazzate dell'economia della provincia cinese di Jiangsu. Adesso, però, è un problema: appesantito da un massiccio indebitamento, deve vendere pezzi pregiati del proprio patrimonio e forse non basterà. Lo segnala un ampio reportage della testata economica cinese Caixin.

Suming.com nasce come rete di negozi di elettrodomestici, che rappresenta ancora il suo core business, in realtà sempre più zoppicante. E il salvataggio lanciato da due entità d'investimento statali di Shenzhen per 14,8 miliardi di yuan (2,3 miliardi di dollari) non è considerato sufficiente per mettere in sicurezza un gruppo che ha in scadenza quest'anno 16 miliardi di yuan (2,45 miliardi di dollari) di debiti e oltre 200 miliardi di yuan (30,7 miliardi Usd) di debito accumulato in tutto il gruppo.

Sono lontani i tempi in cui Suning era il principale gruppo del Jiangsu e guardava dall'alto in basso quello che oggi è un gigante dell'e-commerce, JD.com, che oggi ha tre volte le entrate di Suning.

Caixin spiega come ha fatto il gruppo fondato da Zhang Jindong a finire in una crisi di liquidità. Secondo gli analisti, l'utilizzo di fondi massicci per alimentare acquisizioni mentre il core business perdeva colpi e la vendita di asset veniva utilizzata per rafforzare profitti. A comprare quegli asset, in realtà, erano o affiliate non quotate di Suning stessa o lo stesso Zhang e il figlio Zhang Kangyang. Un meccanismo che si può replicare finché gli asset da vendere non arrivano al limite.

Così il 28 febbraio Suning ha annunciato che cinque dei più grandi azionisti (tra cui lo stesso Zhang Jindong) hanno venduto un 23 per cento delle azioni della compagnia a due entità - Shenzhen International Holding e Shenzhen Kunpeng Equity Investment Management - che sono in realtà della Commissione di supervisione e amministrazione degli asset (SASAC), cioè lo stato cinese, e del governo della città di Shenzhen. La vendita è avvenuta a 6,92 yuan per azione, il 70 per cento più basso rispetto al massimo del valore raggiunto nel 2015.

Ma anche questa ciambella di salvataggio non dovrebbe bastare, secondo gli analisti interpellati da Caixin. E ora le dita sono puntate sulle strategie di espansione portate avanti dal gruppo di Shenzhen. Tra il 2015 e il 2019 Suning.com ha investito 71,6 miliardi di yuan (11 miliardi di dollari) in acquisizioni tra le quali la telecom China Unicorn, Carrefour China, senza contare le acquisizioni fatte da una serie di controllate. Caixin segnala che l'articolata struttura azionaria del gruppo rende difficile avere un quadro preciso della situazione finanziaria.

Uno dei settori che ha più bruciato fondi è stato quello dello sport. PPTV, la piattaforma di trasmissioni sportive comprata nel 2013 da Suning, ha speso miliardi per acquistare i diritti di trasmissioni dei campionati di calcio nazionali di diversi paesi europei. Nel 2016 Suning ha anche acquistato il 70 per cento dell'Inter per 270 milioni di euro e ha investito diverse centinaia di milioni nel club italiano.

Intanto, Suning continuava a comprare squadre di calcio in Cina, la principale delle quali è la Jiangsu Football Club che ha imbottito di grandi nomi. Ma, proprio nel giorno in cui le due entità statali sono entrate nell'azionariato, il Jiangsu ha annunciato lo stop alle sue attività, dopo diversi mesi di stipendi non pagati ai giocatori, segnala Caixin.

Anche il core business va tutt'altro che bene. Suning ha 16mila negozi in Cina, ma nel 2020 ha registrato perdite per 3,9 miliardi di yuan (600 milioni di dollari) e un calo delle entrate del 4 per cento sul 2019. Solo per primi tre trimestri dell'anno scorso ha dovuto chiudere più di 900 negozi.

Ora Suning cosa venderà? Uno dei pochi segmenti attraenti di Suning, secondo la testata economica, è il braccio finanziario, Suning Financial Services Shanghai, che nel 2020 ha registrato utili per 2 miliardi di yuan (307 milioni di dollari). L'altro è quello della logistica, che potrebbe essere appetibile per i nuovi grandi nomi dell'e-commerce: Alibaba e JD.com. (riproduzione riservata)


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