Una regia unica per i fondi d’investimento cinesi dedicati all’Africa e all’America Latina. I due veicoli manterranno la propria identità, ma il processo di approvazione dei progetti e le strategie di investimento passeranno però sotto una regia unica, affidata a una newco sotto il Centro per gli investimenti della Safe, all’amministrazione centrale che gestisce le riserve estere di Pechino.
Secondo quanto riporta il settimanale economico-finanziario Caixin, il piano che riguarda il China-Africa Fund for Industrial Cooperation e la China-Lac Industrial Cooperation Investment Fund è allo studio per meglio integrare le attività delle imprese cinesi nei due Continenti. Capita spesso infatti che le aziende che investono in Africa siano le stesse che guardano anche all’altra sponda dell’Oceano Atlantico.
Entrambi i veicoli sono stati lanciati nel 2015. Il fondo per la cooperazione sino-africana è partecipato all’80% dalla Safe, attraverso la Wutongshu Investiment Platform e al 20% dalla Export-Import Bank of China. Sempre la Wutongshu detiene una quota dell'85% nel veicolo dedicato all’America Latina, mentre il restante 15% è dell’istituto di sviluppo China Development Bank, che a sua volta ha due fondi dedicati a investimenti nei due Continenti.
L’America Latina è entrata soltanto di recente nell’orbita della Belt and Road Initiative, il mega piano logistico e infrastrutturale lanciato nel 2013 e inizialmente pensato per favorire gli scambi e gli investimenti tra Asia, Europa e Africa. L’allargamento del progetto è avvenuto a gennaio del 2018 nel corso dell’incontro tra Pechino e i Paesi della Comunità dell’America Latina e degli Stati Caraibici.
Sono di fatto due le porte d’ingresso per la Cina nel Continente. Una è Panama. Lo Stato del Canale ha rapporti diplomatici con Pechino soltanto dal 2017. Nell’ultimo anno ha però accelerato le procedure per arrivare a un accordo di libero scambio con la Repubblica popolare, dopo aver siglato un memorandum d’intesa sulla nuova Via della Seta a novembre del 2017. Lo scorso giugno, inoltre China Harbor si è aggiudicata un contratto per la costruzione del quarto ponte sul canale.
Il secondo Paese chiave del’area è il Cile, uno delle due estrmemità del cavo per la fibra ottica che attraverso il Pacifico, per 24mila chilometri, collegherà l’America Latina e l’Asia, favorendo la trasmissione di dati e informazioni, con un investimento stimato di 650 milioni di dollari.
Quanto all’Africa, il comunicato congiunto dell’ultimo comitato governativo Cina-Italia fa esplicito riferimento all’opportunità di incoraggiare le istituzioni finanziarie a esplorare finanziamenti per la cooperazione in mercati terzi tra aziende italiane e cinesi, nonché per infrastrutture e finanziamento al commercio in entrambi i Paesi.
A tale riguardo lo scorso autunno dal ministero dello Sviluppo economico trapelava la volontà di istituire fondi sino-italiani destinati proprio alla cooperazione in Paesi terzi e con l’ di dare concretezza al memorandum d’intesa siglato lo scorso settembre in occasione della visita del vicepremier Luigi Di Maio nella Repubblica popolare.