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Azienda Finanza

Inter, le banche cinesi pressano Zhang anche in Italia

I creditori, guidati dalla China Construction Bank, mirano ad aggredire in Italia gli asset del presidente nerazzurro per recuperare un prestito di 250 milioni $ non rimborsato


14/04/2023 17:28

di Andrea Pira - Class Editori

Cina
Steven Zhang

I creditori cinesi accerchiano Steven Zhang. Gli istituti bancari sono pronti ad avanzare l’azione di riconoscimento in Italia della sentenza del tribunale di Hong Kong che aveva dato torto al presidente dell’Inter e di Suning International nella causa intentata per recuperare 255 milioni di dollari (circa 250 milioni di euro) di prestiti e un’obbligazione inadempiente che Zhang Kangyang (questo il suo nome cinese) aveva garantito.

Lo scorso settembre, come riferito da MF-Milano Finanza, Zhang aveva lasciato scadere i termini per presentare ricorso nella Regione amministrativa speciale cinese, dando così avvio alle azioni esecutive della sentenza dello scorso luglio.

I creditori provano ora ad aggredire anche in Italia gli asset rinconducibili all’imprenditore cinese. Ipotesi possibile qualora la sentenza dell’ex colonia britannica dovesse essere riconosciuta.

Le banche si muovono anche su questo fronte dopo aver depositato lo scorso luglio una istanza in sede civile con l’intento di annullare il verbale del consiglio di amministrazione del club milanese con il quale si stabilisce che Zhang non riceve compensi per l’incarico.

L’istanza è stata assegnata alla Sezione specializzata per le Imprese del tribunale di Milano. La prima udienza, inizialmente prevista per lo scorso 8 marzo è stata poi spostata a mercoledì 19 aprile.

A tenere le fila dei sette istituti cinesi è la China Construction Bank, uno dei quattro colossi bancari statali della Repubblica popolare cinese, istituto con il quale aveva chiuso l’operazione la Great Matrix Ltd, società interamente controllata dallo stesso Zhang.

Nel corso del procedimento il presidente del club neroazzurro aveva rinnegato l’operazione. In sua difesa Zhang ha ribadito che le firme sui documenti di garanzia di rifinanziamento erano state contraffatte e di non essere a conoscenza dell’operazione. Affermazione che il giudice ha tuttavia respinto. L’offensiva dei creditori si fa però globale. L’Italia non è l’unico Paese dove gli istituti di credito cinesi provano a rivalersi sul patron neroazzurro, oltre a quello ad Hong Kong.

La China Construction Bank ha infatti aperto un fronte legale anche negli Usa, con una richiesta al tribunale di New York del via libera all’ottenimento di diversi documenti legati ai rapporti tra Steven Zhang e diversi soggetti tra cui, tra gli altri Goldman Sachs e Oaktree. (riproduzione riservata)


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