Il Consiglio di Stato della Repubblica Popolare ha nominato Wu Qing a capo della China Securities Regulatory Commission (Csrc), l'autorità di regolamentazione del mercato locale. Il suo predecessore, Yi, aveva assunto la guida della Csrc nel 2019, con il compito di intraprendere una serie di radicali riforme dei mercati dei capitali. Lo ha riferito per primo il South China Morning Post, dando conto dell'ennesima mossa di Pechino per riaccendere un mercato alquanto fragile nella fase post-pandemica.
Soprannominato il «macellaio dei broker» per il giro di vite normativo attuato nei confronti dei trader nella metà degli anni 2000, Wu è un veterano del comparto bancario e tra il 2016 e il 2017 è stato presidente della borsa di Shanghai. Il compito gli era stato affidato in seguito al tracollo dei mercati dei capitali cinesi avvenuto nel 2015. Prima del suo periodo a Shanghai e alla borsa della città, aveva lavorato per anni presso la Csrc, supervisionando la vigilanza sui fondi, nonché la gestione del rischio per le società di intermediazione mobiliare.
La nomina di Wu è arrivata dopo che due giorni fa l'Autorità ha annunciato una serie di politiche per prevenire le irregolarità sul mercato azionario e far crescere la fiducia degli investitori, compresi quelli internazionali, nel mercato dei titoli cinese. Tra queste, anche un'importante limitazione delle vendite allo scoperto. Pechino ha presentato un piano ambizioso per riformare il Paese e sostenere meglio l'economia reale. Il presidente Xi Jinping ha affermato che «prevenire e risolvere i rischi finanziari deve essere un tema prioritario per il governo».
Le mosse dell'economia del Dragone sono tutte volte a spingere la ripresa economia e a tutelare il sistema finanziario. Il mercato azionario cinese, il secondo più grande al mondo con un valore di mercato combinato di 8.000 miliardi di dollari, ha segnato tre anni consecutivi di declino cedendo il 58% del suo valore da febbraio 2021. Ma all'inizio di questa settimana e alla vigilia delle festività per il Capodanno cinese, che segnano l'interruzione delle attività in Cina per almeno una settimana, l'intervento del presidente cinese Xi Jinping sui mercati azionari ha spinto le borse cinesi ai massimi degli ultimi mesi. Risultato: mercoledì la borsa di Shanghai è salita dell'1,4%, quella di Shenzhen del 2,9%.
Pechino si trova in un complicato processo di riduzione del debito. A questo si aggiunge la stretta regolamentare che continua a spaventare gli investitori. Gli stimoli fiscali e le mosse di politica monetaria messi in campo fin qui dalle autorità potrebbero non essere ancora sufficienti per far ripartire la seconda economia del mondo. (riproduzione riservata)