La People's Bank of China, la banca centrale, ha dichiarato che ridurrà la quantità di fondi che le banche devono accantonare presso la banca centrale, rilasciando liquidità per un valore di 1.000 mld yuan (154 miliardi di dollari circa) nel sistema bancario per spingere gli istituti di credito a intensificare i prestiti alle piccole imprese.
La PBoC ha dichiarato che taglierà il coefficiente di riserva obbligatoria, o RRR, di 0,5 punti percentuali dal 15 luglio, il primo taglio dall'aprile 2020, quando Pechino ha allentato la sua politica monetaria per stimolare l'economia colpita dalla pandemia.
Il "taglio universale" del RRR si applicherà a quasi tutte le banche in Cina, ad eccezione di alcuni piccoli istituti di credito che operano solo nelle aree rurali e il cui RRR e' agevolato al 5%, ha precisato la banca centrale.
Il taglio, che dovrebbe liberare 1.000 mld yuan di liquidità, potrebbe aiutare a ridurre i costi di finanziamento per gli istituti di credito cinesi di 13 miliardi di yuan ogni anno, ha detto ancora la banca centrale.
Il coefficiente di riserva medio ponderato per il sistema bancario cinese sarà ridotto all'8,9%.
La PBoC ha affermato che parte della liquidità rilasciata sarà utilizzata per rimborsare i prestiti a medio termine della banca centrale in scadenza, mentre altri verranno utilizzati per compensare la carenza di liquidità a metà e fine luglio, quando la domanda di fondi aumenta a causa del pagamento delle tasse.
La banca centrale ha esplicitato che la mossa sul RRR mira ad aiutare le piccole imprese i cui conti sono in tensione dovendo fare fronte all'aumento dei costi operativi a causa del rialzo dei prezzi delle materie prime.
Proprio oggi l'Ufficio nazionale di statistica ha reso noto che i prezzi alla produzione sono diminuiti a giugno dopo essere aumentati al ritmo più veloce da quasi 13 anni a maggio, poichè la pressione inflazionistica si è leggermente attenuata mentre il governo è intervento per calmierare i prezzi record delle materie prime.
L'indice dei prezzi alla produzione è sceso all'8,8% rispetto a un anno fa a giugno, rallentando rispetto all'aumento del 9% di maggio. Su base mensile l'indice Ppi è aumentato dello 0,3% a giugno.
Nei primi sei mesi dell'anno, l'indice è aumentato notevolmente, crescendo del 5,1%.
"La politica di garantire l'offerta e stabilizzare i prezzi delle materie prime interne ha mostrato risultati", ha affermato Dong Lijuan, analista dell'Ufficio nazionale di statistica. "L'aumento dei prezzi dei prodotti industriali è rallentato".
I dati hanno anche mostrato che l'inflazione al consumo in Cina è rimasta sotto controllo grazie ai bassi prezzi dei generi alimentari.
L'indice dei prezzi al consumo è aumentato dell'1,1% rispetto a un anno fa a giugno, leggermente inferiore alla crescita dell'1,3% registrata a maggio, e anche piu' lenta dell'aumento dell'1,4% previsto dagli economisti.
Rispetto a maggio, il mese scorso l'inflazione Ipc è scesa dello 0,4%, trascinato principalmente dai prezzi alimentari che si sono contratti dell'1,7% rispetto all'anno precedente, mentre i prezzi non alimentari sono aumentati dell'1,7%. L'Ipc cinese è fortemente influenzato dai prezzi dei generi alimentari. (riproduzione riservata)