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La Banca centrale cinese lascia invariati i tassi d'interesse

La ripresa dell'economia del Dragone sarebbe solida, secondo la People Bank of China, e quindi non richiederebbe aiuti da parte del governo centrale. Ma l'indebolimento dello yuan rispetto al dollaro sembra segnalare una situazione diversa da quella ufficiale


20/09/2023 15:23

di Alberto Chimenti - Class Editori

settimanale
Zou Lan, People Bank of China

La Cina ha ancora spazio sufficiente per affrontare sfide e cambiamenti più grandi al previsto, ha puntualizzato un alto funzionario della People's Bank of China, annunciando che la banca centrale non ha per il momento  intenzione di intervenire abbassando ulteriormente i tassi di interesse e che il cambio dello yuan, in deciso calo rispetto al dollaro, si rafforza invece rispetto alle valute non dipèendenti dal biglietto verde.

La Banca centrale continuerà ad attuare una politica monetaria prudente e mirata e a rafforzare gli aggiustamenti anticiclici e le riserve politiche, ha spiegato Zou Lan, funzionario della PBoC, durante una conferenza stampa. La Banca centrale, riferisce Xinhua, utilizzerà poi una combinazione di strumenti di politica monetaria per mantenere la liquidità su un livello ragionevole e sufficiente e per guidare i costi di finanziamento dell'economia reale verso il basso, ha aggiunto Zou. Gli sforzi saranno diretti anche a prevenire il rischio di movimenti eccessivi del tasso di cambio e a guidare le istituzioni finanziarie per aiutare a ridurre i rischi di indebitamento delle amministrazioni locali.

Parlando del tasso di cambio dello yuan, Zou ha puntualizzato che la valuta cinese, sebbene si sia deprezzata nei confronti del dollaro, ha mantenuto la sua forza nei confronti di altre monete non legate al biglietto verde. Zou ha ribadito che la Banca centrale correggerà con decisione i comportamenti unilaterali e prociclici e affronterà con decisione eventuali fattori che possano innescare turbolenze sul mercato valutario.

Secono il funzionario della banca centrale la ripresa economica della Cina continua a ritmo sostenuto, costituendo una solida base per il tasso di cambio dello yuan per mantenere la sua stabilità di base su un livello ragionevole ed equilibrato.

Nel frattempo la Banca centrale cinese, come previsto, ha mantenuto invariati i tassi di riferimento per i prestiti a un anno e a cinque anni (loan prime rates, Lpr), dopo che il paese ha registrato un miglioramento di alcuni indicatori economici nel mese di agosto. Lo Lpr a un anno, un tasso di riferimento per i prestiti basato sul mercato, è stato mantenuto al 3,45%, mentre quello a cinque anni, che influenza il prezzo dei mutui, è rimasto anch'esso invariato al 4,2%. Il mese scorso, le banche cinesi hanno abbassato l'Lpr a un anno di 10 punti base per incoraggiare i prestiti e sostenere l'economia. L'Lpr cinese è fissato mensilmente da 18 banche commerciali del Paese.

Una visione ben diversa ispira invece i commenti degli analisti finanziari occidentali e in particolare dei gestori di fondi di investimento. Secondo Marcel Zimmermann, gestore del fondo Lemanik Asian Opportunity, i continui segnali negativi di indebolimento dell'economia cinese hanno pesato sul sentiment regionale. «Gli investitori stranieri continuano a scaricare le posizioni azionarie in Cina a causa della debolezza della risposta del governo alla debolezza economica e delle continue tensioni geopolitiche con gli Stati Uniti», ha puntualizzato l'analista, secondo cui la debole crescita del credito e l'aumento della pressione deflazionistica continuano a pesare sull'economia cinese.

Tuttavia non tutta la regione asiatica sta risentendo del rallentamento della seconda economia mondiale. Gli indici Pmi di Cina, Taiwan, Corea del Sud, Vietnam e Malesia sono in territorio di contrazione, ma quelli di Giappone, Indonesia, Filippine, Thailandia e India continuano a segnalare un'espansione. (riproduzione riservata)


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