La Borsa di Hong Kong non ha abbandonato l’idea di entrare in Europa. Quando a settembre ha proposto di acquisire il London Stock Exchange, che controlla Piazza Affari e Mts (la piattaforma dei Btp), il board di Lse ha respinto subito la proposta e ha scelto di rilevare Refinitiv, la gigantesca banca dati in mano a Blackstone (55%) e a Thomson Reuters (45%). Già allora il gruppo cinese era interessato a creare un ponte con l’Europa e non solo a Londra, riteneva infatti strategica l’Italia e l’intero pacchetto Borsa spa con tutte le sue controllate. Il rifiuto di Lse e i tumulti successivi a Hong Kong hanno fatto ritirare i cinesi, ma solo per ora, come ha spiegato a MF-Milano Finanza una fonte a conoscenza del dossier.
Hong Kong ha poi rivolto l’attenzione al listino di Madrid, ma nel frattempo su questo è giunta l’opa amichevole di Six, la borsa di Zurigo, con un tal premio da rendere impraticabile a oggi un rilancio da parte di altri soggetti interessati. Con la Brexit, i cui contorni sono di nuovo poco chiari, riemerge il tema della solitudine di Borsa spa. La fusione con Refinitiv darà agli americani il 30% dei voti del nuovo gruppo. E un Lse a controllo americano, che vede spostare i ricavi sul fronte della raccolta dati, ha come conseguenza una defocalizzazione dell’Italia, che già si muove alla periferia dei centri decisionali. Per i cinesi allora un «plug in Hong Kong-Italia-Ue» ha senso strategico per poter veicolare gli investimenti e la liquidità del Paese anche sulle aziende quotate e non.
Il tradin sui titoli del debito pubblico italiano gioca un ruolo importante nell'interesse cinese alle piattaforme di scambio italiane. Se i cinesi si faranno avanti nei prossimi mesi, l’Italia può rispondere con il golden power sugli asset strategici, ma la latitanza del governo sul dossier Borsa sta convincendo Hong Kong che l’Italia alla fine andrà nelle mani di chi può proporre un buon prezzo a Lse, impegnato a ridurre una parte del debito (12,5 miliardi di euro) che si deve assumere per acquisire Refinitiv.
A Borsa spa è interessata anche Euronext, la federazione europea delle Borse nata a Parigi. Impegnata anch’essa sul fronte spagnolo fino a poco tempo fa, ora pare aver desistito. Ma il dossier Italia resta aperto. Così come è vivo l’interesse della stessa Six svizzera, coinvolta nella fusione con Madrid, il suo hub giuridico e operativo in Ue. Mediobanca nel frattempo ha realizzato un progetto per riportare in mani italiane Borsa spa.
Il progetto prevede due momenti: acquisire il 50% del gruppo grazie a una cordata di imprenditori coordinati da Cdp e poi quotarla. Un piano che piace molto a diversi soggetti del mondo finanziario italiano, che vorrebbero vedere Borsa spa giocare di nuovo un ruolo in sede europea dopo la Brexit. Cdp però dovrebbe impegnarsi a investire in questo asset strategico. Preoccupato Giulio Centemero, capogruppo della Lega in Commissione Finanze alla Camera, che intende chiedere un appuntamento al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul futuro di Borsa Italiana. (riproduzione riservata)