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La cinese Geely punta a quotare Volvo alla borsa di Stoccolma

Secondo indiscrezioni di mercato punterebbe a valorizzare la società svedese, venduta nel 2008 dalla Ford ai cinesi, 25 miliardi di euro, puntando sul fatto che è tra i costruttori più avanzati nella produzione di auto elettriche. Dal 2019 produce solo vetture ibride o elettriche


04/10/2021 16:14

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale

Volvo Cars, la casa automobilistica svedese di proprietà del gruppo cinese Zhejiang Geely, ha confermato di voler procedere con la propria quotazione alla Borsa di Stoccolma, in un'operazione che secondo fonti a conoscenza dei fatti potrebbe attribuirle una valutazione di 25 miliardi di dollari.

Nello specifico, il produttore svedese mira a raccogliere 25 miliardi di corone svedesi dall'emissione di nuove azioni, con l'Ipo che dovrebbe consistere anche nella vendita di una parte delle azioni da parte del principale azionista della società. Nessun dettaglio è stato dato, invece, sulla valutazione che mira a raggiungere l'azienda o sulla quota percentuale che Geely deterrà dopo la transazione.

In ogni caso, Volvo utilizzerà i proventi dell'Ipo per finanziare la trasformazione della propria flotta in una flotta completamente elettrica e in aggiunta, investirà anche nella fornitura di batterie in Europa, Stati Uniti e Cina e nella produzione interna di motori elettrici.

Volvo aveva lanciato l'idea di una possibile quotazione già nel 2018 e a maggio ha dichiarato che stava considerando seriamente una potenziale Ipo alla borsa di Stoccolma, che fa parte del circuito Nasdaq Nordic, controllato dalla borsa americana. È una scelta in controtendenza con quella di altri grandi gruppi cinesi e che potrebbe preludere a un nuovo trend di quotazioni cinesi sui mercati borsistici europei, per evitare le strettoie imposte dalla Sec americana.

La quotazione fornirà a Volvo una base azionaria più ampia e una maggiore indipendenza dai suoi investitori cinesi, anche se non e' chiaro quanto sia grande la quota che Geely intende cedere.

La quotazione di Volvo inoltre rappresenterà un traguardo per quello che è stato un significativo tentativo di svolta dell'azienda da quando è stata venduta da Ford a Geely per 1,8 miliardi di dollari nel 2010. Volvo ha capitalizzato a lungo su un marchio riconosciuto per la sicurezza, ma al momento della sua vendita, la sua linea di prodotti non era riuscita ad entusiasmare gli acquirenti di auto.

È stata Geely Holding a finanziare la ripresa di Volvo nel decennio successivo, aprendo al mercato cinese e fornendo finanziamenti per aiutare l'azienda a rinnovare la propria offerta di modelli. Oggi, Volvo è redditizia, con una road map per il lancio di modelli elettrici che è più avanti di alcuni concorrenti. Ora compete con la suite tedesca di marchi premium come Bmw, il marchio Audi di Volkswagen e Mercedes-Benz di Daimler.

Con una valutazione di 25 miliardi di dollari, Volvo capitalizzerebbe più di Renault, che ha un valore di mercato di poco più di 10 miliardi di dollari, pur vendendo una frazione delle auto che Renault consegna ogni anno.

Le dimensioni della casa automobilistica svedese sono tuttavia molto inferiori a quelle dei maggiori produttori di automobili del mondo come General Motors, Volkswagen e Stellantis sottolineando la sfida competitiva che l'azienda svedese deve affrontare. Il suo valore sarebbe anche di gran lunga inferiore alla capitalizzazione di mercato di 767,5 miliardi di dollari del leader di veicoli elettrici Tesla.

Tuttavia, la quotazione darà agli investitori un altro concorrente su cui scommettere nella corsa del settore automobilistico verso il lancio dei veicoli elettrici.

Volvo è stata la prima casa automobilistica convenzionale a iniziare a eliminare gradualmente i motori a combustione interna, terminando la produzione di auto alimentate solo a combustibili fossili nel 2019. Da allora, ogni nuova Volvo è un modello completamente elettrico o ibrido.

La maggior parte delle grandi case automobilistiche si è impegnata a eliminare gradualmente i motori convenzionali nei nuovi veicoli entro il 2035. (riproduzione riservata)


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