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La cinese ZhenFund investe nel duty free cittadino di Stamp

La startup ha concluso un round di finanziamento da 1,4 milioni di dollari guidato da fondo pechinese e da Btov Partners. Per i cinesi, che hanno in portafoglio 800 realtà innovative della Repubblica popolare e degli Stati Uniti, si tratta del primo investimento in Europa. I turisti d'Oltremuraglia rappresentano il 40% dei consumatori che si avvalgono del servizio di rimborso dell'Iva


24/05/2019 08:49

di Mauro Romano - Class Editori

I cinesi di ZhenFund investono in Stamp
I fondatori di Stamp: Wagner Eleuteri, Michele Fontolan e Stefano Fontolan

Il tax free shopping di Stamp attrae capitali cinesi ed europei. La startup fondata dai fratelli Michele e Stefano Fontolan (già rispettivamente in Airbnb e Uber), da Federico Degradis (proveniente da Suitsupply) e da Wagner Eleuteri ha raccolto 1,4 milioni di dollari in un round di finanziamento guidato da Btov Partners e dal fondo di venture capital cinese ZhenFund. Il fondo pechinese è una delle maggiori realtà del settore nella Repubblica Popolare con in portafoglio 800 startup tra Oriente e Stati Uniti (inclusi 21 unicorni, ossia società da oltre 1 miliardo di dollari di valutazione). Quello in Stamp  è il primo investimento nel Vecchio Continente.

Il tax free shopping esenta i turisti internazionali dal pagamento dell’Iva sui beni acquistati. A livello globale il mercato vale circa 60 miliardi di dollari. L’80% della spesa si concentra principalmente in Europa e l’Italia assieme alla Francia è il Paese dove è più diffuso. Quanto ai cinesi, «rappresentano circa il 40% dei consumatori, con trend in crescita», spiega Stefano Fontolan. Un dato dettato anche dall’elevato tasso di digitalizzazione delle abitudini d’acquisto cinesi. Come sottolinea il fondatore di ZhenFund, Bob Xu, l’attuale sistema «non risponde ai bisogni dei clienti asiatici».

La soluzione studiata da Stamp, una sorta di servizio premium in tre scaglioni attraverso una app, è di fatto una digitalizzazione e una semplificazione delle procedure che permettono al cliente di farsi rimborsare una parte dell’Iva quando lascia il Paese. Oggi le procedure sono lente, cartacee, prevedono diversi stop in uffici e costi in commissioni che possono oscillare tra il 30% e il 50% dell’Iva stessa. Il mercato è inoltre dominato da pochi player. «Possiamo definirlo un duty-free cittadino», aggiunge Fontolan.

«Lavoreremo insieme per trasformare il nostro servizio premium nel nuovo standard per i viaggiatori internazionali, da cui ormai dipende il retail del lusso, e per i merchant europei, che soffrono una drammatica mancanza di servizi al passo coi tempi. Si calcola ad esempio che nel Quadrilatero della moda a Milano l’85% dei clienti sia internazionale ed extra Ue». Quanto alle risorse raccolte serviranno all’espansione europea. Tra poche settimane infatti la startup farà rotta verso l’Austria


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