La Borsa di Shanghai ha rinviato la tanto attesa offerta pubblica iniziale di Ant Group, la divisione finanziaria di Alibaba, dopo che ieri le autorita' di regolamentazione cinese hanno convocato Jack Ma, l'azionista di maggioranza della societa', e i dirigenti per un incontro a porte chiuse.
"L'incontro con le autorita' di regolamentazione e il cambiamento del contesto normativo ha fatto si' che Ant non venisse considerata idonea per il listing di questo giovedi'", ha scritto la Borsa di Shanghai in un comunicato, lasciando intendere che l'Ipo della societa' potrebbe non soddisfare i requisiti richiesti.
La notizia arriva dopo che Jack Ma, fondatore di Alibaba, assieme al presidente di Ant, Eric Jing e all'amministratore delegato, Simon Hu, sono stati convocati ieri per un colloquio con i rappresentanti della banca centrale cinese, la China Banking and Insurance Regulatory Commission e l'autorita' che vigila sulla Borsa. Non sono state fornite informazioni precise sul contenuto della discussione, nonostante in una dichiarazione, il gruppo stesso abbia riferito che l'incontro e' consistito in "uno scambio di opinioni sulla salute e la stabilita' del settore finanziario".
"Ant Group è pronta a dare piena attuazione alle opinioni espresse durante l'incontro", ha dichiarato la societa', aggiungendo che sarebbe disposta a rispettare la regolamentazione, promuovere lo sviluppo economico e fornire servizi finanziari inclusivi ai cittadini comuni.
Le tempistiche riguardanti l'incontro, che e' stato convocato proprio pochi giorni prima del listing, lasciano intendere tuttavia che potrebbero esservi dei motivi di discordia con la società o Jack Ma.
Poco dopo l'annuncio della borsa di Shanghai, Ant ha dichiarato che avrebbe sospeso anche la quotazione sul listino di Hong Kong, aggiungendo che intende restituire i fondi raccolti dagli investitori che hanno sottoscritto la sua Ipo.
Negli ultimi dieci anni, Ant ha trasformato il modo in cui le persone in Cina interagiscono con il denaro. L'app Alipay dell'azienda è diventata uno strumento di pagamento quotidiano per centinaia di milioni di utenti di smartphone, nonche' una piattaforma per ottenere piccoli prestiti e acquistare assicurazioni e prodotti di investimento. Cosi' facendo Ant ha sfidato la dominanza delle banche statali cinesi e di altre istituzioni, che a lungo hanno goduto di una posizione privilegiata nel sistema politico e finanziario del paese.
Le autorita' di regolamentazione hanno osservato con diffidenza la rapida crescita di Ant in alcuni settori, preoccupate che potesse diventare troppo grande nel caso di una fusione. Invece di utilizzare il proprio denaro per concedere prestiti, Ant funge adesso da agente per le banche, avvicinando queste ultime a singoli mutuatari o a piccole imprese che altrimenti non sarebbero in grado di raggiungere.
A quanto pare questo modello di business funziona molto bene per molti dei suoi investitori, visto che la societa' avrebbe dovuto raccogliere almeno 34 miliardi di dollari dal dual listing dei prossimi giorni, portando la propria valutazione di mercato a circa 310 miliardi di dollari, superiore a quella di molte banche mondiali.
Tuttavia, il futuro dell'azienda rimane alla mercé dei regolatori cinesi, le cui opinioni sulla fusione tra tecnologia e finanza sono ancora in evoluzione.
Come altro segnale del controllo esercitato dalle autorita' del paese, l'ente di regomentazione bancario cinese, la China Banking and Insurance Regulatory Commission, ha presentato ieri una nuova bozza di regolamentazioni per le societa' attive nel settore della microfinanza online. Tra le misure proposte vi è un maggiore requisito di capitale per i prestiti e controlli piu' stringenti sui prestiti oltre i confini provinciali.
Secondo Bai Chengyu, un dirigente della China Association of Microfinance, le nuove regole potrebbero causare un restringimento dell'intero settore della microfinanza.
Il responsabile della tutela dei consumatori del regolatore finanziario cinese, Guo Wuping, ha contestato ieri due popolari funzionalità di Alipay in un articolo critico pubblicato sul quotidiano locale cinese 21st Century Business Herald. Secondo Guo, i prodotti finanziari online non sono fondamentalmente diversi da quelli tradizionali e le societa' di tecnologia finanziaria dovrebbero quindi essere regolamentate allo stesso modo delle istituzioni consolidate.
"L'eccessiva morbidezza della regolamentazione ha permesso alle societa' fintech di addebitare commissioni più elevate rispetto a quelle delle banche", ha continuato Guo. "Questo", ha aggiunto, "ha fatto si' che alcune persone a basso reddito o giovani finissero nelle trappole del debito, danneggiando gli interessi e i diritti dei consumatori".
Ant non ha rilasciato dichiarazioni al riguardo. (riproduzione riservata)