Le banche cinesi dominano la classifica dei grandi istituti mondiali per totale degli attivi. Il podio nell’analisi dell’Ufficio Studi di Mediobanca è monopolizzato dagli istituti pubblici del Dragone. Prima si conferma la Industrial and Commercial Bank of China, con attivi per 3.517 miliardi di euro, subito sopra la'Agricultural Bank of China con 2.871 miliardi e la China Construction Bank con 2.856 miliardi, che quest’anno si sono scambiate di posizione. Per trovare il primo istituto non cinese occorre scendere al quarto posto, dove si colloca JpMorgan Chase. Completa la top five Bank of China, che vanta attivi per 2.701 miliardi.
La fotografia è stata scattata quando si è concluso il valzer di poltrone nel mondo bancario della Repubblica popolare, partito lo scorso marzo con il passaggio di Peng Chun presidente della Bank of Communication alla Cina Investment Corporation (Cic) il secondo fondo sovrano al mondo con asset per 941 miliardi di dollari, sostituito dal vicesindaco di Chongqing Liu Guiping. L’ultimo tassello è stato a inizio luglio la promozione di Liu Liange al vertice di Bank of China, in sostituzione di Chen Siqing, passato al vertice della Icbc. Lo stessa nomina di Chen fa seguito al trasferimento del suo predecessore nell’incarico, Yi Huiman alla guida della China Securities Regulatory Commission, l’autorità di vigilanza su borsa e mercati, omologa della Consob.
Tornando alla classifica di Mediobanca , il sesto posto appartiene anche quest'anno alla giapponese Mitsubishi (2.472 miliardi di attivi), seguita dalla statunitense BoFa (2.305 milardi). La prima banca europea è soltanto ottava. Si tratta della francese BnpParibas con 2.276 miliardi mentre chiudono la top ten Hsbc (2.275 miliardi) e Citigroup (1.980 miliardi).
Dall’esame dei conti economici del decennio 2008-17 , osserva piazzetta Cuccia, emerge innanzitutto l’elevata incidenza del margine di interesse sul totale dei ricavi, con una media di periodo del 78. Anche la produttività delle banche cinesi, misurata dai ricavi per dipendente, è in forte crescita nel decennio con un balzo del 93,7%, attestandosi a 202 mila euro nel 2017, un livello paragonabile a quello medio delle banche europee, anche se ancora inferiore di circa un terzo a quello statunitense.
Passando alla situazione patrimoniale, i crediti alla clientela rappresentano la principale voce dell’attivo, pari al 52,1% del totale nel 2017, rispetto al 50,2% nel 2016, registrando un incremento del 10,1% in valore assoluto. ’analisi evidenzia inoltre una buona patrimonializzazione delle banche cinesi, considerando che per esse il capitale netto, in termini aggregati, sale dal 5,8% del totale attivo del 2008 al 7,6% del 2017, una percentuale superiore a quella delle banche europee e giapponesi (6,2% e 5,4% rispettivamente) ed inferiore solo a quella delle banche degli Stati Uniti (11,1%).