Il New York Stock Exchange (Nyse) va verso la cancellazione dai listini dei tre grandi operatori telefonici cinesi. Nello specifico il delisting China Telecom, China Unicom e China Mobile, una delle società di maggior valore appartenenti allo stato cinese, che sarà espulsa dalla Big Board dopo più di vent'anni dal suo ingresso sul listino.
La decisione di Nyse va ricercata nell'ordine emesso dal governo degli Stati Uniti che vieta agli americani di investire in società cinesi con legami troppo stretti con l'apparato militare di Pechino.
Secondo gli analisti, è tuttavia improbabile che la mossa possa a danneggiare in maniera significativa questi colossi telco cinesi nel breve termine. La crescente pressione di Washington ha già messo a dura prova la loro capacita' di operare negli Stati Uniti, un paese che costituisce una parte trascurabile del loro business internazionale.
Inoltre, le tre società beneficiano ancora di centinaia di milioni di clienti nel loro paese d'origine, un aspetto che ha attratto gli investitori verso l'acquisto delle loro azioni quotate in Cina. L'impatto materiale del delisting, infine, sara' anche mitigato dal fatto che tutti e tre gli operatori continueranno a essere quotati anche a Hong Kong, dove continuano a essere seguiti da analisti e investitori.
Il Nyse ha precisato che sospenderà il trading dei titoli entro l'11 gennaio. Sospese anche le negoziazioni di fondi chiusi e di prodotti quotati sul Nyse Arca nel caso in cui detengano titoli vietati.
Nel frattempo, i tre operatori cinesi hanno fatto sapere oggi di non aver ancora ricevuto alcuna comunicazione relativa alla decisione del Nyse di espellere le loro azioni dal listino.
China Mobile ha fatto sapere che condurrà un'indagine e rafforzerà le proprie comunicazioni con le autorità della Borsa. Unicom invece sta valutando misure appropriate per proteggere i propri diritti, mentre China Telecom ha riferito di stare considerando varie alternative e di voler richiedere una consulenza professionale in merito.
Ad oggi lista delle società a rischio per l'ordine siglato dal presidente Donald Trump conta 35 nomi tra cui imprese attive nel settore della sorveglianza, dell'aviazione, dei trasporti marittimi, dell'edilizia e del comparto tecnologico.
Inizialmente non era chiaro se l'ordine riguardasse anche le controllate oltre le case madri, tuttavia di recente il Dipartimento del Tesoro ha riferito che aggiungerà alla Black List anche le sussidiarie nel caso in cui siano possedute o controllate in maggioranza da una societa' presente nell'elenco. (riproduzione riservata)