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Azienda Finanza

Mandarin cambia nome. Cade l'ultimo riferimento alla Cina

Il gestore di fondi di private equity, nato nel 2007 su impulso di Alberto Forchielli, è stato rinominato Mindful Capital Partners.


11/04/2022 12:35

di Mauro Romano - Class Editori

Mandarin Capital
Lorenzo Stanca, managing partner di MCP.

Mandarin Capital Partners taglia i ponti con la Cina anche nel nome. Il gestore di fondi di private equity, nato nel 2007 su impulso di Alberto Forchielli, è stato rinominato Mindful Capital Partners.

Il nuovo nome, spiega una nota, rispecchia in pieno la strategia e l’approccio di investimento che da tempo caratterizza l’attività del management team, impegnato nel supportare lo sviluppo delle aziende mid-cap italiane ed europee con forte vocazione internazionale.

"Con il nuovo nome, abbiamo voluto dare una forma concreta alla nostra identità e al modo che abbiamo di approcciarci e di supportare le aziende in cui investiamo”, ha dichiarato Lorenzo Stanca, managing partner di MCP.

“Il nostro ruolo è quello di creare valore per le aziende in cui investiamo e per i nostri azionisti e lo facciamo pesando accuratamente rischi e benefici di ogni operazione, sempre evitando di lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Grazie a questo approccio, tutte le operazioni realizzate fin dal primo fondo hanno prodotto una plusvalenza. Alla profonda expertise maturata negli anni dal management team in materia di business internationalization, digitalizzazione dei processi aziendali ed aggregazioni industriali complesse, abbiamo da tempo scelto di integrare nella nostra missione una forte attenzione alla sostenibilità. Si tratta di un tema su cui giustamente gli investitori pongono sempre più l’accento e che ci consente, se ben gestito, di rendere possibile un salto di qualità per le aziende in cui investiamo”.

L’obiettivo dichiarato del primo fondo MCP era quello di investire in aziende italiane che avessero una strategia di sviluppo orientata al mercato cinese. Tuttavia, con il consolidamento del track record del team, è emerso chiaramente come la caratteristica comune delle aziende investite fosse, in realtà, una spiccata propensione alla crescita internazionale ed alle esportazioni, in cui il mercato cinese giocava sì un ruolo, ma in molti casi non prioritario. Da cui derivava una sostanziale inadeguatezza del nome Mandarin nel rappresentare obiettivi e caratteristiche della strategia di investimento.

Se una delle prime azioni dopo la fondazione di Mandarin è stata l’inserimento all’interno del team di un membro di lingua cinese e l’apertura di un ufficio a Shanghai, dal 2013 il team si è ulteriormente allargato con l’inserimento di professionisti di lingua tedesca e l’estensione del focus ai Paesi dell’area DACH (Germania, Svizzera, Austria). In aggiunta, la frequente presenza di uno dei fondatori negli Stati Uniti ha permesso di offrire alle portfolio companies un supporto anche in quella geografia. (riproduzione riservata)


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