Il miliardario cinese Jack Ma, una volta l’uomo più ricco del Paese, è riemerso dopo essere stato fuori dalla scena pubblica per mesi. Ma i suoi veri guai - e quelli del suo impero economico - potrebbero essere solo all’inizio. Ma ha fatto la sua prima apparizione pubblica dopo quasi tre mesi mercoledì scorso, parlando a un gruppo di insegnanti rurali in un evento filantropico online. Dopo il suo ultimo intervento a ottobre, con un discorso molto criticato dalle autorità di regolazione dei mercati, si erano diffuse diverse indiscrezioni su che cosa gli fosse successo e dove si trovasse. Le offerte pubbliche record presentate dalla società fintech Ant group, che Ma controlla, erano state entrambe ritirate all’ultimo minuto.
Il mese scorso, il regolatore antitrust cinese ha avviato un’indagine sulle pratiche commerciali del gigante dell’e-commerce Alibaba, un’altra società dell’impero di Ma. Gli investitori, però, hanno considerato la ricomparsa di Ma come un segno di buon auspicio: mercoledì le azioni quotate ad Hong Kong di Alibaba sono cresciute infatti dell’8,5%, anche se il business del fintech cinese è stato drasticamente svalutato. Il ritorno sulla scena di Hangzhou (la sede di Alibaba) da parte di Ma ha fatto pensare a una tregua della tempesta normativa. In realtà non sembra affatto così: proprio mercoledì scorso, secondo l’agenzia di stampa Dow Jones, la banca centrale cinese ha diffuso la bozza delle nuove regole che disciplinano i sistemi di pagamento non bancari, in cui Alipay di Ant è un attore importante. L’interpretazione della normativa non è ancora chiara. Se due società, questo è un punto, controllano più di due terzi del mercato dei pagamenti non bancari - Alipay e WeChat Pay di Tencent dominano i pagamenti mobili e internet in Cina - la banca centrale potrà convocare le società.
Tuttavia, le esatte conseguenze e le eventuali sanzioni sono ancora da stabilire. Le nuove regole sembrano definire in modo più ampio il mercato di riferimento, includendo alcuni canali di pagamento tradizionali. Ma il senso dell’atto sembra chiaro: il governo vuole una regolamentazione più rigorosa dei servizi finanziari online ed evitare rischi sistemici. Pechino è favorevole allo sviluppo dei nuovi sistemi di pagamento mobile ma è più scettico quando aziende come Ant sfruttano la loro base di utenti e i dati dei consumatori per passare al prestito online. (riproduzione riservata)